Dying of Everything - Obituary (2023)
Detto del fatto che ogni volta che sento o leggo il loro nome ritorno giovane (leggere qui per credere), la band di Tampa, Florida (della quale ho fatto un brevissimo riassunto biografico qui) arriva all'undicesimo album con questo Dying of Everything, e ogni volta è come ascoltare quello che uscirebbe da un ipotetico parto dall'unione di Slayer e Celtic Frost, naturalmente tutto suonato con un suono adeguato ai tempi. Personalmente, non ci sarebbe granché da aggiungere, se non che, ascoltandoli, chi ha 20, 30 anni meno di me, potrebbe capire da dove arriva il moderno metal estremo. Sappiate che vi invidio, invidio come vi potreste sentire ascoltando questi riff che sembrano fatti di granito.
Said of the fact that every time I hear or read their name I come back young (read here to believe), the band from Tampa, Florida (of which I made a very brief biographical summary here) reaches their eleventh album with this Dying of Everything, and every time it's like listening to what would come out of a hypothetical birth from the union of Slayer and Celtic Frost, naturally all played with a sound appropriate to the times. Personally, there wouldn't be much to add, except that, by listening to them, those who are 20, 30 years younger than me could understand where modern extreme metal comes from. Know that I envy you, I envy how you might feel listening to these riffs that seem to be made of granite.
Nessun commento:
Posta un commento