Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Hutch Mansell conduce una vita normale, avendo due figli con sua moglie Becca e un lavoro d'ufficio insignificante nell'azienda di fabbricazione di metalli di suo suocero Eddie. Il suo matrimonio è teso e la sua vita lavorativa sembra noiosa. Una notte, un uomo e una donna armati irrompono in casa sua e suo figlio adolescente, Blake, affronta l'uomo e lo blocca con una presa alla testa. Hutch si prepara ad attaccare la donna con una mazza da golf, ma cede e supplica il figlio di liberare l'uomo, che prende a pugni il ragazzo. I ladri se ne vanno, ma l'incidente fa pensare a tutti che sia un fallito. Hutch contatta suo fratello, Harry, su una radio nascosta nel suo ufficio e spiega che si è trattenuto perché i ladri erano disperati, spaventati e usavano una pistola scarica. Più tardi quel giorno, sua figlia, Abby, chiede aiuto per trovare il braccialetto del suo gattino scomparso. Senza una parola, Hutch parte per vedere suo padre, David, e prende in prestito il vecchio distintivo dell'FBI e la pistola di suo padre per rintracciare i ladri. Trova il loro appartamento e li minaccia, ma presto scopre il loro bambino malato e se ne va.
Secondo lungometraggio del giovane regista russo trapiantato in UK e che lavora molto negli USA; niente di particolarmente innovativo, ma girato splendidamente e sorpredententemente interpretato da protagonista da Bob Odenkirk (Hutch), a suo agio pure in un ruolo d'azione. Talmente violento da divenire grottesco.
Second feature film by the young Russian director who moved to the UK and who works a lot in the USA; nothing groundbreaking, but beautifully shot and surprisingly starring Bob Odenkirk (Hutch), equally comfortable in an action role. So violent as to become grotesque.
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