No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20160503

Jodoigne, Belgio - Aprile 2016 (1) - Italian version

Qualche settimana fa, insieme al mio capo, abbiamo discusso la mia scheda di valutazione, con gli obiettivi di quest'anno. Insieme a questo, mi sono impegnato a scegliere e richiedere alcuni corsi che penso possano servire alla mia crescita professionale. Tra questi, ne ho individuato uno del quale mi piaceva molto il titolo, Adaptive Leadership. Ce n'erano tre sessioni, una negli USA, una a Shangai e la terza in Belgio, proprio durante una settimana (il corso è composto da due mezze giornate e due giorni completi) durante la quale potevo assentarmi, quindi ho chiesto di parteciparvi. Il consenso doveva arrivare anche dal reparto HR, e così è stato, anche se in ritardo. Ma ce l'ho fatta.
C'erano alcune formalità da espletare, immediatamente dopo l'invito. La prima era la richiesta di completare un form sullo stile twitter: una foto propria, e una descrizione di se stessi, in meno di 140 caratteri. Opto per la prima cosa che mi passa per la testa: "Sono un rocker senza capelli, che ha dovuto cercare realizzazione in un altro lavoro. Cercando di fare il massimo". Aggiungo una bella foto mentre suono la batteria, durante un memorabile concerto del 1993, probabilmente il concerto dove ho suonato davanti al maggior numero di spettatori. Poi c'è da compilare un questionario, con domande personali. Scoprirò dopo che è basato su un indicatore psicologico che cerca di categorizzare i caratteri personali. Fatto ciò, non resta che prenotare il "contorno" (voli, soggiorni prima e dopo, se necessari), e quello, come forse ormai avrete capito, è una parte che mi diverte e faccio più che volentieri. 
Domenica 24 aprile, di buona mattina, sono pronto a partire e a prendere il volo delle 9 per Charleroi. Mentre l'aereo si abbassa per l'atterraggio, noto una inusuale coda sulla strada che conduce all'aeroporto. Si atterra, si esce dalla zona imbarchi, e stranamente, nella zona antistante gli imbarchi c'è poca gente. Mi affaccio e noto che le porte di ingresso sono tutte presidiate da vigilanza e militari. Comincio a capire che le cose sono cambiate, dall'ultimo attentato. Avendo valutato la cosa stupidamente, supponevo che la militarizzazione si sarebbe limitata solo a Zaventem, l'aeroporto "centrale" di Bruxelles, mentre Charleroi, anche se dista 70 km dal centro, è comunque il secondo aeroporto. Siccome ho prenotato un auto, ma per qualche strano motivo la prenotazione non riusciva fino alle 12,30 come inizio noleggio (il volo arriva verso le 11), mi attardo e, in pratica, pranzo. Verso le 12 esco, fa un freddo cane e cade qualche goccia di pioggia, fumo una sigaretta e scendo verso l'ufficio della compagnia di noleggio. Noto che nel parcheggio dove di solito ci sono centinaia di vetture, ci sono dei lavori. Arrivo negli uffici e ci sono un sacco di persone che bivaccano, ma l'ufficio della Hertz è presidiato (non avrebbe dovuto esserlo fino alle 12,30), e non c'è nessuno in coda. Mi avvicino e riconosco il tipo che solitamente lavora lì. Gli spiego della prenotazione mentre mi chiede se voglio una Mercedes (rifiuto), lui mi dice che la cosa è strana, loro aprono alle 8 tutti i giorni. Poi, la parte inizialmente difficile da capire: devo prendere una navetta per andare sul luogo del ritiro dell'auto. Hanno spostato il parcheggio di tutte le compagnie di noleggio dalla parte opposta della pista di atterraggio. Sono alcuni chilometri. Ok. Risalgo, chiedo dove devo attendere il bus, mi posiziono, devo aprire l'ombrello, perché anche se c'è una tettoia, piove a vento. Arriva il bus, che ferma anche al cosiddetto P3 (un parcheggio, che noto, recintato, con cancello che si apre solo con un qualcosa legato al ticket del parcheggio), poi al P4, luogo di ritiro auto. Anch'esso presidiato militarmente. Scendo nell'enorme garage, apro l'auto e parto.
Mi dirigo verso il luogo dove si svolgerà il seminario, sono una quarantina di minuti d'auto. Durante il viaggio, il tempo cambia continuamente, scendono gocce di pioggia talmente dense da sembrare neve, poi il cielo si apre brevemente, poi torna la pioggia. Arrivo al luogo deputato, una vecchia abbazia completamente ristrutturata, enorme, con spazi aperti altrettanto grandi. Il luogo fa parte di un franchising specializzato in seminari, lo stesso che gestisce il castello dove sono stato ospite l'anno scorso ad ottobre, fuori Parigi.
Sono quasi le 14, quindi posso dirigermi all'hotel che ho prenotato per stanotte (scoprirò dopo che avrei potuto soggiornare nell'abbazia, ma ad essere onesti, la cosa non era chiarissima), che è l'Ibis Styles a Louvain-la-Neuve. Una ventina di minuti, stando attenti ai limiti di velocità, ed eccomi al check in. Il concierge mi avvisa che c'è un interruzione dell'elettricità fino alle 15 (ma in realtà, l'energia tornerà un quarto d'ora prima), e si scusa. Salgo in camera, e mi rilasso. L'hotel è immerso nel verde, la camera è Ibis, spartana ma funzionale, va bene così. Verso le 20 scendo per cenare, il ristorante è aperto, dopo cena mi vedo una serie, leggo, e a nanna.

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