Mi obra maestra - Di Gastón Duprat (2018)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Arturo è un gallerista affascinante, sofisticato e un senza scrupoli. Ha una sua galleria d'arte nel centro di Buenos Aires, città che lo ha sempre affascinato. Renzo è un pittore burbero, un po' selvaggio e in netto declino. Odia i contatti sociali ed è sull'orlo dell'indigenza, sostenuto solo dal suo unico studente. Il gallerista riesce ad associarsi con una influente collezionista internazionale, Dudú, e insieme a lei cerca con ogni mezzo di rilanciare la carriera del pittore fallito, ma le cose non vanno come si aspettavano. Quindi Arturo mette in atto un piano "finale" molto rischioso che può cambiare la sua vita, e quella di Renzo, per sempre.
Idea già vista, ma con la coppia di registi (Duprat co-dirige quasi sempre con Mariano Cohn) reduci dal successo de El ciudadano ilustre, la sceneggiatura del fratello di Duprat, Andrés (anche architetto e attuale direttore del Museo delle Belle Arti di Buenos Aires; curiosità, sono abbastanza sicuro che il cognome del protagonista Renzo, Nervi, non sia un caso), e un cast di buon livello, dove ovviamente giganteggiano e si divertono Guillermo Francella (Arturo) e Luis Brandoni (Renzo), il film è molto piacevole.
Idea already seen, but with the couple of directors (Duprat almost always co-directs with Mariano Cohn) veterans of the success of El ciudadano ilustre, the screenplay of Duprat's brother, Andrés (also architect and current director of the Museum of Fine Arts in Buenos Aires; curiosity, I'm pretty sure that the surname of the protagonist Renzo, Nervi, is no coincidence), and a good cast, where obviously Guillermo Francella (Arturo) and Luis Brandoni (Renzo) rules and have fun, the film is very pleasant.
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