Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Il Magistrato gestisce un avamposto sulle frontiere desertiche di un impero senza nome. La sua attenta gestione ha mantenuto la pace per molti anni e ci sono solo piccoli malintesi. Tutto ciò cambia con l'arrivo del colonnello Joll, che agisce come parte di un misterioso piano messo in atto dal centro dell'impero. Il magistrato fa del suo meglio, ma il colonnello Joll rimane ostile. Il colonnello Joll insiste per interrogare un uomo innocente e suo nipote per furto di pecore. Il colonnello Joll è determinato a seguire il suo processo per ottenere la verità, che richiede brutali torture. Il magistrato non capisce Joll, né i suoi metodi, né i suoi obiettivi. Il colonnello Joll costringe quindi il nipote torturato a scortare lui e un distaccamento di soldati dalla sua tribù, dove numerose donne e uomini anziani vengono presi in custodia come "prigionieri di guerra".
E' vero, prometteva benissimo: alla regia l'incatalogabile colombiano Ciro Guerra, sceneggiatura del Premio Nobel per la Letteratura J. M. Coetzee dal suo libro omonimo, ispirato fortemente da Il deserto dei Tartari di Buzzati. Non si è rivelato un capolavoro, nonostante la presenza, per me magnetica, di Gana Bayarsaikhan ("la ragazza"), e la solita grande prova di Mark Rylance (Il Magistrato). Un buon film si, ma niente più. Sorvolo sulla prova di Johnny Depp (Joll), ormai, secondo me, la caricatura di se stesso.
It's true, it promised very well: directed by the colombian Ciro Guerra, screenplay by the Nobel Prize for Literature J. M. Coetzee from his book of the same name, strongly inspired by The Tartar Steppe by Dino Buzzati. It did not turn out to be a masterpiece, despite the presence, magnetic for me, of Gana Bayarsaikhan ("The Girl"), and the usual great performance of Mark Rylance (The Magistrate). A good film yes, but nothing more. I won't talk about the Johnny Depp (Joll) performance, now, in my opinion, the caricature of himself.
Nessun commento:
Posta un commento