No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20051227

il film di mezzanotte


Wild Animals – di Kim Ki-duk 1996

Hong-san è disertore dell’esercito della Corea del nord; fugge a Parigi, e già sul treno si innamora di un’immigrata coreana, già integrata, spogliarellista in un peep-show, legata ad un malavitoso. Alla stazione si imbatte in Chung-hae, coreano del sud, aspirante artista, ma riciclatosi in ladruncolo per sopravvivere; Chung cerca di fregare Hong immediatamente, viene braccato da altri poco di buono, e mentre sta per soccombere Hong lo salva miracolosamente, forte del suo addestramento militare. Chung pensa di stargli simpatico, ma si prenderà un sacco di botte da Hong. E’ l’inizio di una grande, difficile, variegata e strampalata amicizia.
In cerca di espedienti per sbarcare il lunario, i due vengono “arruolati” da un boss mafioso locale, ed entrano a far parte della sua squadra. Nel frattempo, anche Chung si innamora perdutamente di un’altra donna problematica: per vivere fa la statua dipinta vicino ad un parco, e il suo uomo la picchia col pesce congelato. Non ci sarà pace per loro.
Simbolico e acerbo, anche lo stesso Kim ha dichiarato di considerare questo “Wild Animals” (in originale “Yasaeng dongmul bohoguyeog”, zona protetta degli animali selvaggi) un’opera minore. E’ ugualmente interessante, perché introduce le tematiche del suo cinema, e per l’atmosfera sempre in bilico tra gangster movie, splatter, western, dramma sentimentale, soft porno, simbolismi come detto prima, e amore per l’arte a tutto tondo. L’acqua, il sangue, i colori accesi, l’amicizia virile e omosessuale sottotraccia, la donna schiavizzata e violentata, la violenza parossistica e grottesca (vedi locandina), la vita ai margini.
Regia ancora da mettere a punto, splendidi i protagonisti maschili coreani, molto meno convincenti quelli francesi.

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