Quattro minuti - di Chris Kraus 2007
Giudizio sintetico: si può vedere
Traude Kruger è una vecchia insegnante di pianoforte, ma insegna in un luogo particolare: il carcere femminile di Luckau, ormai da moltissimi anni. Solo il suo smisurato amore per lo strumento e per la musica la aiuta in questo lavoro, noiosissimo soprattutto per la qualità delle allieve. La supporta il gentile secondino Mutze, un semplicione cicciottello e ingenuo.
Traude però un giorno, mentre sta suonando l'organo durante la messa, si accorge di Jenny, che sta mimando i movimenti delle dita sui tasti. Jenny si decide a prendere lezioni da Traude, e qui due mondi si scontrano. Traude vecchia, un po' dispotica, razionale, addolorata da un amore finito, vivendo da sempre dentro quel ricordo, Jenny pazzoide, schizzata, geniale e dotata, irascibile e rissosa, scioccata da bambina e carica di odio verso tutti. Con una pazienza e una testardaggine impensabile, Traude porterà Jenny a quattro minuti sublimi ed irripetibili.
Ce lo immaginavamo diverso, migliore, eravamo pronti a godere. Nonostante uno si imponga di non leggere le recensioni, è impossibile rimanere disinformati quando la stampa decide di "pompare" un film. Ed ora, eccoci qui delusi all'uscita della sala, dopo aver assistito ad un film che ti dà si, due belle interpretazioni, una storia piena di buone intenzioni, ma in definitiva rasenta da molto vicino la mattonata da quanto è pesante, e le buone intenzioni le sviluppa in maniera quasi infantile.
E non bastano un paio di carrellate avvitate attorno ai personaggi, qualche scena violenta o comunque ad effetto, due storie tristi tristi (Traude e Jenny) e una fotografia opaca quasi a trasmettere allo spettatore il grigiore delle nostre vite. Il film delude le aspettative create da una stampa che, evidentemente, non ha più il senso della misura.
La parte migliore del film, forse, è il manifesto, che racchiude il senso del film stesso, ma in verità, nel film non esiste una scena nella quale l'attrice protagonista, Hannah Herzsprung/Jenny, è messa così con le manette, con quel vestito e su quel palco: una montatura in piena regola.
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