No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20070501

primo maggio (su coraggio)

I miei pensieri, in questo giorno importante e denso di significati, sono molteplici, e quest'anno ho scelto, a parte la mattinata al mare, di rimanere tranquillo in casa anche per riflettere.

Il mio primo pensiero va alle famiglie di tutte le persone morte sul lavoro. Nel mio piccolo, chi legge questo blog sa che la questione mi tocca particolarmente, da sempre; è chiaro che il mio peso è diverso da quello del Presidente della Repubblica, ma come diceva un personaggio ormai dimenticato da tutti, l'importante è partecipare. Ovviamente, il pensiero include il ricordo delle persone scomparse, purtroppo qualche persona morta sul lavoro l'ho conosciuta anch'io.

Un altro pensiero va al significato profondo di questa festa, nata come data importante nella rivendicazione di un orario di lavoro più umano, e purtroppo da subito segnata dalla perdita di vite umane, nel lontano 1886; nella speranza, anacronistica quanto volete, che si arrivi un giorno a lavorare per vivere e non il contrario.

Ancora un pensiero, anche se in ritardo di un giorno, alle madri argentine dei desaparecidos di Plaza de Mayo, che 30 anni fa, il 30 aprile, cominciarono a farsi sentire nonostante la dittatura feroce e disumana. Il pensiero di quel coraggio, che riecheggia ancora oggi, in una nazione ferita ripetutamente, ma sempre dai soliti noti, una nazione dove fortunatamente ho imparato a sentirmi un po' a casa, il pensiero di quel coraggio dicevo, mi commuove profondamente.

Un ulteriore pensiero va a tutte le famiglie come quella dei Naldi, raccontata in modo quasi brusco sul Manifesto di oggi, che nonostante lavori dignitosi stentano a trovare spazi per loro stessi, al di fuori del lavoro, appunto, e della famiglia, intesa in senso strettamente di impegno.

A tutte queste persone, alle quali aggiungo voi tutti, lettori anche sporadici, oltre a quelli abituali, di questo blog, nonostante i tempi che corrono, vanno i miei più cari auguri di un futuro migliore, più umano, se possibile, di quel presente che avete adesso; l'augurio vale anche se doveste essere già contenti così.

Perdonate la retorica, ma è così che mi sento oggi.

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