Sempre da www.repubblica.it e a proposito delle religioni e della loro deriva. Agghiacciante.
La ragazza apparteneva a una comunità di etnia curda ed è stata uccisa dai parenti
Grave condanna dall'autorità locale che chiede a Bagdad di aprire un'inchiesta
In rete la lapidazione della giovane irachena
A diciassette anni massacrata davanti alla folla
BAGDAD - E' stato diffuso su Internet l'agghiacciante filmato che riprende il pestaggio e la lapidazione di Aswad, diciassettenne irachena, uccisa il mese scorso dalla sua famiglia perché colpevole di amare un musulmano.
Nel video, la ragazza giace a terra mentre diversi uomini la prendono a calci e pugni, per poi fracassarle il cranio con una grossa pietra. Chi ha effettuato le riprese ha assistito alla scena senza muovere un dito per soccorrere la giovane, né per impedire alla folla di entrare in casa, prelevarla e consegnarla ai suoi feroci assassini. Tra la folla c'erano anche agenti armati e in divisa della polizia irachena.
Aswad prova a un certo punto ad alzarsi, in uno strenuo tentativo di sottrarsi ai colpi che si abbattono su di lei. Ma la ragazza è esile e stremata e il pugno di un uomo la colpisce per l'ennesima volta, facendola cadere al suolo. Alla fine del video, il corpo straziato della diciassettenne giace sulla strada, con l'unico riguardo che le viene riservato, quello di non lasciarle scoperte le gambe, sulle quali, è stesa una giacca.
Il barbaro "delitto d'onore" è avvenuto nel nord del paese, a Beshika, dieci chilometri da Mosul, un'area di lingua curda che però non fa parte alla regione autonoma. La ragazza apparteneve alla comunità degli yazidi, un gruppo molto chiuso, che ha vissuto per secoli accanto a musulmani e cristiani. L'emiro yazidi e capo del consiglio supremo spirituale della comunità ha espresso parole di dura condanna: "Hanno ucciso brutalmente una ragazza yazidi in un rituale tribale fuori del tempo", ha affermato in una nota Tahsin Saeed Ali, il quale ha esortato anche i musulmani a non compiere vendette, "Un crimine inaccettabile" l'ha definito. L'amministrazione yazidi ha sollecitato il governo centrale di Bagdad ad aprire un'inchiesta sull'omicidio della ragazza.
Poco meno di una settimana fa le Nazioni Unite avevano reso noto il rapporto trimestrale sulla situazione dei diritti umani in Iraq, manifestando grande preoccupazione per il ripetersi dei "delitti d'onore" ai danni di donne nel Kurdistan iracheno. E del resto, proprio l'omicidio della ragazza, aveva innescato una terribile serie di vendette culminate con la strage del 23 aprile, quando un gruppo di uomini armati ha fermato un pullman che trasportava operai yazidi, uccidendone ventitré. Secondo gli inquirenti, infatti, i due episodi sono strettamente connessi.
La comunità yazidi conta 500.000 persone che abitano nell'Iraq settentrionale. Parlano un dialetto curdo, ma seguono una religione pre-islamica: credono in un solo Dio, rispettano i profeti biblici e coranici, pregano Malak Taus, capo degli arcangeli, rappresentato come un pavone e identificato con Satana dai seguaci di altre fedi.
(5 maggio 2007)
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