Lightning Bolt - Pearl Jam (2013)
Mi accorgo adesso che non ho scritto una recensione sul precedente Backspacer, forse perché non mi era piaciuto granché (come che sia, non ricordo una canzone che sia una di quel disco), forse perché l'aveva scritta il mio co-blogger. Visto che, in ogni modo, l'uscita di un disco dei Pearl Jam è sempre un evento, eccomi qui a parlarvene, anche se l'avete già ampiamente ascoltato e vi siete fatti, giustamente, la vostra idea.
Molti fan vivono per vederli dal vivo. Soprattutto da quando sono nate le compagnie aeree low cost, la cosa è divenuta quasi una moda. E molti, memori delle canzoni ormai ineludibili dalle loro scalette, coscienti del fatto che non si possono pretendere capolavori da una band che di recente ha festeggiato il ventennale dell'uscita del suo primo album, sperano solo che, almeno, nei nuovi dischi ci siano un paio di pezzi che suonano bene live. Ascolto, leggo queste cose, tenendo conto che sono stato tra i primi ad ascoltare, amare, vedere dal vivo questa band, cose che non mi danno nessun diploma di esperto, semplicemente mi fanno ragionare come un parente che ascolta giudizi sui suoi familiari. Qualcuno potrebbe domandarsi che cosa chiedo, cosa mi aspetto io da un nuovo disco dei PJ: assolutamente niente, non ci penso proprio, per me potrebbero smettere domani, mi dispiacerebbe ma li ringrazierei per la vita solo per aver scritto Alive. Quando esce un nuovo disco, me lo ascolto. E se ne ho voglia, come adesso, ne scrivo.
Come precisato poco sopra, la band dei Pearl Jam ha oltre vent'anni. Nonostante gli ovvi problemi, ha avuto pochissimi cambi di formazione e non si è ufficialmente mai sciolta, per cui, prima di tutto, è fortunatamente avulsa dalla moda delle reunion; questo vuol dire che è una delle rock and roll band più longeve. Essendo, nonostante le loro prese di posizione socio-politiche, statunitensi, nonostante inizialmente abbiano creato un loro stile personale, e contribuito a "fondare" quel Seattle Sound che definiva il grunge senza essere un genere identico praticato da tutte le band che da lì venivano o che erano influenzate da quella scena (anzi, al contrario, tutte quelle band erano diverse musicalmente), in vecchiaia sono divenuti quanto di più americano ci sia in giro (e lo dico come un complimento, non come una critica). Riprendendo un pensiero già espresso in altra sede, è come se , quasi pacificati dalla loro lotta al mainstream (prendere per esempio la loro battaglia contro il colosso Ticketmaster che gestisce i biglietti dei concerti in Nord America), paradossalmente, si sentissero finalmente liberi di poter scrivere e suonare musica praticamente o tendenzialmente mainstream. Si, perché pur conservando ricordi e reminiscenze del loro primo periodo, pian piano hanno inglobato tutta una serie di influenze nord-americane, a volte evidentissime (Neil Young, Bruce Springsteen, il folk), a volte meno (il gusto per la semplicità rock quattro quarti e via, per la ballata sentimentale, addirittura per quei ritornelli radiofonici fino a poterli definire Adult Oriented Rock). Tutto ciò, unito al loro cammino umano, ha generato quello che sono oggi i PJ, una band che può permettersi di suonare e scrivere pezzi vagamente punk rock quali Getaway, Mind Your Manners, My Father's Son (ok, per quest'ultima è una forzatura; il problema, se ve n'è uno, è che inserendo questi tre pezzi nella scaletta come primo, secondo e terzo, si presta il fianco a critiche e si sbilancia l'equilibrio del disco, ma questa è un'altra storia), classiche rock song (la title track Lightning Bolt, Swallowed Whole, Let the Records Play, quest'ultima probabilmente il pezzo più debole dell'intero disco), ballate intense (Sirens, Pendulum), variazioni sul tema folk (Sleeping By Myself, che riprende il pezzo omonimo di Vedder su Ukulele Song, Yellow Moon), addirittura pezzi vagamente alla Elton John, ma senza perdere il marchio di fabbrica neppure in quest'ultimo caso (e con elementi country che ne fanno, zitta zitta, una delle canzoni più coraggiose ed innovative del disco, insieme alla difficilmente catalogabile Infallible, un mid tempo con suoni atipici per loro ma con una progressione emozionale inconfondibilmente Pearl Jam). Come accennato poc'anzi, se seguite la scaletta potrete notare che i pezzi sembrano "catalogati" per "genere", ed inseriti nella tracklist di conseguenza. Questo, ripeto, non aiuta ad affrontare Lightning Bolt come un'opera omogenea. Però, i pezzi da ascoltare e riascoltare non mancano, e alla fine, facendolo girare con l'opzione repeat, può pure diventare un compagno fedele.
Non mi aspettavo niente, ma, paradossalmente, come dico sempre dai migliori ci si aspetta sempre il massimo. E allora, se quando ascolto Sirens e Eddie che canta "It's a fragile thing/This life we lead" la cosa mi genera brividi come la prima volta che ascoltai Alive (così facciamo come le sceneggiature dei film che ci piacciono, circolari), va tutto molto bene. E diventa superfluo dire che gli assoli di chitarra sono molto belli, che Matt Cameron riesce a non strafare, che il pianoforte di Future Days, suonato da Brendan O'Brien fido produttore, dice la sua, che i coretti che tanto infastidiscono alcuni (Sirens, Pendulum, la stessa Infallible) ci stanno dentro, e che gli elementi "nuovi" inseriti qua e là denotano una band di cinquantenni che continua a piacere ai cinquantenni, ma che può piacere anche ai ventenni più "illuminati".
9 commenti:
Recensione oserei dire perfetta. Posso copiarla e incollarla nel mio blog? :D
mi piacerebbe ascoltare un disco dei PJ non prodotto da Brendan O Brien...
o almeno da uno dei 2
o brendan
o brien
filo, serve yourself
livio fanculo mi fai sempre ridere
Non ho capito il passaggio su Sleeping by myself...non è che riprende il pezzo OMONIMO...è lo stesso pezzo arrangiato full band!! Lo so che lo sai, ma secondo me è un concetto espresso male!! :P
stesso pezzo, lo prende e lo risuonano. lo ri prende.
in realtà l'ho scritto apposta perché so che t'avrebbe fatto innervosire
e il bello è che ce lo lascio!!
Ciao Ale...non so se ti ricordi...sono Diego/cardanca...!!!
Solo per dirti che ogni tanto vengo a leggerti qui con grande piacere e che è rassicurante sapere che c'è qualcuno che la pensa come me sull'ultimo album dei Pj...
A presto...
Ciao carissimo Diego, certo che ti ricordo, aggiungerei con grande piacere anch'io.
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