Days Are Gone - Haim (2013)
Dal fatto che la band non abbia ancora una pagina Wikipedia in italiano possiamo evincere che ancora non hanno "sfondato" qui da noi: lo faranno presto, a meno che le orecchie italiane non siano foderate di prosciutto.
Este Arielle Haim (27 anni, basso e backing vocals, ma suona anche la chitarra in realtà), Danielle Sari Haim (24 anni, batteria, chitarra solista e voce principale) e Alana Mychal Haim (22 anni ancora da compiere, chitarra ritmica, tastiere, piano, sintetizzatori e backing vocals) sono tre sorelle californiane della San Fernando Valley, nate da famiglia di origini ebree, che formano le Haim assieme al batterista Dash Hutton (figlio di Danny, cantante statunitense di origini irlandesi, attivo da metà anni '60 in svariate band); questo Days Are Gone è il loro disco di debutto, uscito a fine settembre dopo quattro singoli che hanno generato un hype importante, e c'è da dire che anche se l'indie pop non fosse esattamente il vostro genere preferito, se provate ad avvicinarvici potreste rimanerne fortemente colpiti.
Genitori musicisti amatoriali ma grandi appassionati di musica rock e americana, Danielle ed Este già nelle Valli Girl, band che ebbe un discreto successo negli anni zero, dal 2006 decidono di formare una propria band assieme alla sorellina Alana. Mentre espandevano i loro interessi musicali al pop e all'r'n'b più commerciale (influenza che si sente prepotente in diversi pezzi, ma che le ragazze riescono a mescolare mirabilmente in sede di songwriting, creando un'amalgama invidiabile e dannatamente catchy) e completavano gli studi, si mettevano in mostra come musiciste non certo alle prime armi. Danielle soprattutto: batterista per una band che apriva per un tour di Jenny Lewis, poi chitarrista proprio per Jenny Lewis, chitarrista e percussionista per Julian Casablancas che l'aveva vista suonare per la Lewis, in seguito anche nelle Scarlet Fever, la backing band di Cee-Lo Green.
Paragonate spesso ai Fleetwood Mac, solo il tempo ci dirà se se lo meritano. E' vero che oggi le band di qualsiasi genere durano molto ma molto meno, ma è innegabile che Days Are Gone mostra una classe cristallina e, come detto, un'amalgama di influenze diverse ma ben miscelate. Non ultimo, un songwriting davvero impressionante. Non fermatevi ai numerosi singoli e ai pezzi più orecchiabili quali Falling (ennesima rivisitazione di Don't Stop 'Til You Get Enough), The Wire, Forever (irresistibile, sbarazzina, fresca anche se anche questa sa tantissimo di Michael Jackson), Don't Save Me, If I Could Change Your Mind (molto The Strokes, ma con una deriva, per così dire, pop-caraibica), ma ascoltate di cosa sono capaci, e arrivate fino a Running If You Call My Name (che a me piace tanto). Sinceramente, non mi frega niente di chi le ritiene leggerine e pompate dalla cosiddetta critica specializzata. Se si mantengono...
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