No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20211017

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Amenra + The Devil's Trade, 29 settembre 2021, Link, Bologna


La sorte ha voluto che, dopo un "digiuno" durato un anno e mezzo, causa COVID19, a livello di concerti, il concerto che segna il ritorno ad una sorta di normalità fosse proprio quello degli Amenra in acustico. Segna anche l'incontro con vecchi amici, e questo già basterebbe.
Due parole sulla location: deludente, almeno per un concerto del genere. Comprensibile per le problematiche esistenti, il Link è un capannone in zona industriale, il palco era al chiuso ma gli "spalti" erano all'aperto (e sono scese anche due gocce di pioggia): ci voleva qualcosa di raccolto, ma evidentemente non era possibile. Peccato.
The Devil's Trade è il progetto solista di Dávid György Makó, cantante e chitarrista ungherese già con Haw e Stereochrist (doom/sludge), che già ci conquista con il suo merchandising: delle t-shirt con la scritta "happy music is shit". E' un folk che odora (appunto) di doom metal, il suo, e non è neppure male, ma alla lunga stanca, pure su disco. Ringrazia per l'opportunità e per il (quasi) totale silenzio, durante le sue esecuzioni.
Poi, arriva il momento di una delle migliori band sulla piazza, e sapete che sto parlando dei belgi Amenra. Molti di quelli che conoscono la band, solo dal punto di vista "brutale" della loro musica e del loro lato live pieno di rallentamenti e susseguenti esplosioni di violenza sonora, non concepiscono come possano eseguire un set acustico (in questo caso, un intero tour europeo, pensato proprio per l'impossibilità di eseguirne uno "elettrico" a causa delle restrizioni - rimandato a marzo/aprile 2022), ma probabilmente non hanno mai avuto l'occasione di vederne uno: essendo uno dei fortunati, non ho avuto alcun dubbio, ma vedendo la disposizione di palco e spalti, me ne sorgono alcuni. E infatti, la serata non sarà tra le migliori alle quali ho assistito, a dispetto della scaletta, che spazia lungo tutta la loro discografia (ovviamente alla ricerca, non semplice di canzoni che si possano adattare ad una versione acustica, cosa che mette a dura prova sia la parte strumentale che la voce di Colin, non sempre all'altezza), volenterosa e impegnativa; semplicemente, un concerto del genere richiede un ambiente raccolto, e stasera non c'è modo neppure di avvicinarvisi. Nonostante tutto, mi abbandono spesso e volentieri, occhi chiusi e orecchi ben aperti, alle cullanti versioni acustiche, e apprezzo l'impegno, così come la compostezza del pubblico, che, noto con piacere, non è formato da soli boomer come il sottoscritto. A presto, speriamo.

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