Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Nel 1983, la famiglia Yi, immigrata coreana, si trasferisce dalla California al loro nuovo appezzamento di terreno nelle zone rurali dell'Arkansas, dove il padre Jacob spera di coltivare prodotti coreani da vendere ai venditori di Dallas. Una delle sue prime decisioni è rifiutare i servizi di un rabdomante e scava un pozzo in un punto che trova da solo. Chiede l'aiuto di Paul, un eccentrico uomo del posto e veterano della guerra di Corea. Mentre Jacob è ottimista sulla vita futura, sua moglie Monica è delusa e preoccupata per le condizioni cardiache del figlio David; gli viene spesso detto di non correre per questo motivo. Jacob e Monica lavorano al sessaggio nel vicino incubatoio e litigano costantemente mentre David e sua sorella Anne origliano. Per aiutare a guardare i bambini durante il giorno, fanno in modo che la madre di Monica Soon-ja arrivi dalla Corea del Sud. David, che è costretto a condividere una stanza con lei, la evita perché non è conforme alla sua idea di come dovrebbe essere una nonna. Tuttavia, Soon-ja tenta di adattarsi alla vita negli Stati Uniti e di legare con i bambini. Il pozzo scavato da Jacob si prosciuga. Jacob è riluttante a pagare l'acqua della contea, ma alla fine è costretto a farlo. Si imbatte in ulteriori difficoltà, come quando un venditore di Dallas annulla un ordine all'ultimo minuto. Anche così, persevera nonostante il desiderio di Monica di tornare in California. Questo avvicina il loro matrimonio al punto di rottura.
Film semi-autobiografico basato appunto sui ricordi di infanzia del regista stesso, Minari ha ricevuto ben sei nomination ai penultimi Oscar, facendone vincere uno (come miglior attrice non protagonista alla sud coreana Youn Yuh-jung per la sua interpretazione di Soon-ja), ed è stato molto apprezzato dal pubblico. Eppure, a me non ha convinto. Ben fatto, ben recitato, ottimo a descrivere lo struggimento dell'immigrato in un paese straniero, a mio parere spinge troppo sul pedale della commozione facile. Ben fatto si, ma anche prevedibile.
Semi-autobiographical film based precisely on the childhood memories of the director himself, Minari received six nominations at the penultimate Oscars, winning one (for Best Supporting Actress to South Korean Youn Yuh-jung for her interpretation of Soon-ja), and it was very popular with the public. Still, he didn't convince me. Well done, well acted, excellent at describing the struggling of the immigrant in a foreign country, in my opinion it pushes too much on the pedal of easy emotion. Well done yes, but also predictable.
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