Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Gli insegnanti Martin, Tommy, Peter e Nikolaj sono colleghi e amici che lavorano in un ginnasio a Copenaghen. Tutti e quattro lottano con studenti demotivati e sentono che le loro vite sono diventate noiose e stantie. A una cena che celebra il 40esimo compleanno di Nikolaj, il gruppo inizia a discutere la teoria dello psichiatra Finn Skårderud: gli esseri umani nascono con una carenza di alcol nel sangue (BAC) dello 0,05% e che essere allo 0,05% rende una persona più creativa e rilassata. Martin è affrontato dai suoi studenti più anziani e dai loro genitori, che gli fanno capire che è diventato un ostacolo per loro, e che sotto la sua guida per loro è difficile superare gli esami di storia. Gli amici decidono di intraprendere un esperimento per testare la teoria di Skårderud. Avviano un registro di gruppo di ciò che accade quando iniziano a bere a intervalli regolari per mantenere il livello di alcol nel sangue indicato dalla stessa teoria. Due degli amici hanno sfide personali che rendono attraente anche questo esperimento: Martin è depresso e alienato dalla sua famiglia e dagli studenti, la moglie di Nikolaj sembra disprezzarlo. Ogni uomo ha il suo modo di bere durante il giorno, senza farsene accorgere, mentre insegna o istruisce i bambini, ma non bevono mai quando devono guidare. Accettano una serie di regole: il loro BAC non deve mai essere inferiore a 0,05 e non devono bere dopo le otto di sera, o nei fine settimana.
Film che ha vinto l'Oscar nella categoria "miglior film in lingua straniera", e, come spesso capita, premia il regista danese probabilmente non con il suo miglior film, Druk è un inno non solo all'alcol, ma alla vita. Grandissime prove del cast e ottima direzione, è pure un invito alla riflessione.
A film that won the Oscar in the category "Best Foreign Language Film", and, as often happens, awards the Danish director probably not with his best film, Druk is a hymn not only to alcohol, but to life. Great performances by the cast and excellent direction, it is also an invitation to reflect.
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