No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20070203

poche parole

A me a volte non sembra, ma continuando il lavoro delle "etichette" mi rendo conto che su questo blog si parla spesso di calcio. E allora, non posso esimermi da dire due parole sul fatto del giorno, un fatto orribile. Ieri sera, a Catania, è morto un poliziotto. Forse potremmo dire che è stato ucciso, non so. Una bomba carta gli è arrivata in auto da dentro lo stadio. Non sono riuscito a terminare di leggere l'articolo che raccontava la cronaca, ero troppo triste e commosso.

Vorrei, come detto prima, dire poche parole. Non importa che partita fosse, chi sia stato, perchè si giocasse di venerdì, il colore delle tifoserie, il perchè. Quando si muore, non va bene. Partiamo da questo fatto: si deve morire di vecchiaia (nel senso che bisogna combattere anche le malattie). Allo stadio, come in ogni luogo che rappresenta non solo lo sport, ma il superfluo, ci si va per divertirsi. Se ci si muore, ma anche se ci si fa solo male, c'è qualcosa di profondamente sbagliato, c'è qualcosa che non va.

E vediamo, per cortesia, di non abituarci anche a questo, oltre che agli inverni caldi e alla neve colorata che puzza (scesa in Siberia). Per cortesia.

Grazie.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando ho periodi intensi di lavoro come in questo momento, finisco spesso per nutrire la mia, già grassa, tendenza a disinteressarmi dei fatti del mondo. Non leggo quotidiani, non quardo telegiornali, non ascolto la radio, non leggo le notizie su internet. A fine lavoro mi trovo spesso nella situazione di chi apre un giornale tornando da una lunga vacanza all'estero.
Tra ieri e oggi ho avuto l'occasione di passare un paio d'ore al bar al mattino prima di riprendere il lavoro. Ho letto dei fatti di Catania. Ho letto di opinioni, commenti, conseguenze, posizioni, proposte e possibili soluzioni. Fra le più ragionevoli ho letto un decalogo stilato da Beppe Severgnini sul Corriere della Sera. Il resto è il solito colpo di spugna che sistema le coscienze di chi può e deve mettere un freno a tutto questo, ma che in realtà non risolve nulla. Come se bastasse qualche giorno senza calcio a cambiare le regole di un gioco impazzito, o una domenica senz'auto a ripulire l'aria delle città.
E mentre si discute su come risolvere il problema a Piacenza e a Livorno spuntano scritte firmate a.c.a.b. (all cops are bastards).
Ieri ho incontrato colei che al momento è l'essere umano più giovane che conosco. Si parlava coi genitori della musica che ascolterà, dei vestiti che indosserà e delle mode che seguirà. Di come sarà in linea o meno con i gusti del padre e della madre. Alla luce di Catania piuttosto di preoccupaci di quanto una figlia ci risulterà estraneo o distante, mi chiedo: che mondo stiamo regalando ad Anita?
Ho una domanda per chi è tifoso di calcio (più o meno appassionato): dopo Moggi, Calciopoli, Cragnotti, Cirio, Gaucci, Moreno, Nike, Ronaldo, e Catania, cosa vi spinge ad interessarvi ancora di calcio? Lo chiedo così, senza ironia o giudizio. Per capire.
m.

jumbolo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
jumbolo ha detto...

massi, ti rispondo in un post