No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20070210

turn the page


La voltapagine – di Denis Dercourt 2007


Giudizio sintetico: da non perdere!!


Mélanie ha circa 10 anni, è una bambina pacata e diligente, ama studiare il pianoforte ed è piuttosto dotata. I suoi genitori sono macellai, orgogliosi della bambina ma con i piedi per terra. Appartengono alla piccola borghesia, vivono bene ma senza lussi. Arriva il giorno dell’esame per entrare al conservatorio per Mélanie. La piccola sente una grande pressione su di sé, nonostante i genitori, come detto, cerchino di non caricarla di aspettative. Mélanie fallisce, innervosita dal comportamento della presidente della commissione esaminatrice, una famosa pianista dall’innegabile talento.
Dopo una decina d’anni, Mélanie entra in uno studio di un famoso avvocato per uno stage. E’ rimasta una persona taciturna, calma, meticolosa, ordinata, educata. Nel frattempo si è fatta bella di una bellezza dal basso profilo, mai esibita. Quasi alla fine del suo stage, saputo che l’avvocato Fouchécourt, il proprietario, è in cerca di una persona che accudisca il figlio adolescente per assentarsi, si propone timidamente. Fouchécourt ne è entusiasta, colpito dalla serietà e dalla disponibilità della ragazza, e prende al volo l’occasione. Arriva il fine settimana, e Mélanie è alla stazione che aspetta l’arrivo della moglie e del figlio di Fouchécourt. E’ qui che scopriamo che la moglie dell’uomo non è altri che la presidente di quella famosa commissione che scartò Mélanie. Ci vengono dei sospetti.

Un film meraviglioso. Potremmo chiudere qui. Un dramma psicologico senza un urlo, un filo di sangue (a dire la verità in una scena ci sono entrambi), senza morti, senza che il “carnefice” abbia la faccia cattiva o da pazzo. Un film tipicamente francese, in un’atmosfera ovattata, con attori impeccabili sotto tutti i punti di vista (recitazione, abbigliamento, trucco, educazione, portamento, eleganza), che sembrano un po’ tutti ingessati ma che portano acqua alla causa. Un film sulla vendetta che potrebbe appartenere a Chan-Wook Park (non certo nella messa in scena, quanto per il concetto), ma che, come giustamente nota Nepoti su La Repubblica, ricorda più Chabrol e soprattutto Haneke. Una storia che avvince lentamente ma inesorabilmente, che dice con gli sguardi più che con i dialoghi, con una sottotrama di affascinante seduzione lesbica, che, con appunto uno sguardo o uno sfiorar di mani porta ad un altissimo climax intellettual-sessuale.

Regia assolutamente al servizio della storia, ma mai banale, misuratissima, musica appropriata, mai invasiva ma fondamentale, cast, come già detto, tutto in grande spolvero. Eccezionale, superlativa, la protagonista Déborah François, già acerba co-protagonista de L’Enfant dei Dardenne, qui cresciuta, bellissima, sensuale, ma soprattutto capace di comunicare un mondo di emozioni e sensazioni con una smorfia, un cambio di espressione appena accennato, un impercettibile movimento di un muscolo qualsiasi. Non dimenticherete facilmente la sua espressione durante la scena finale.

Un film imperdibile, che, a bassa voce, si propone fin da ora tra i migliori dell’anno. Un gioiello.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

di chan-wook park li hai visti tutti i film della trilogia sulla vendetta?vale la pena...

jumbolo ha detto...

si li ho visti cara. ho preferito mr.vendetta, a ruota lady vendetta. old boy non mi è piaciuto molto.

Anonimo ha detto...

in effeti old boy è quello che via via perde integrità narrativa a favore un po'di trovate ad effetto spettacolari, anche se devo dire che l'ho trovato cmq interessante al di là della messa in scena sempre sopra le righe.non lo so, per ora, sto cinema coreano si fa apprezzare ,magari alla lunga diventerà sterile...

jumbolo ha detto...

dipende...vedi kim ki duk...gli ultimi lavori mi sembrano un po' avvitati su se stessi. che dici?

Anonimo ha detto...

se ti riferisci a film come ,"la samaritana"o "l'arco" ("Time" non l'ho visto)concordo, però per "Ferro 3" farei un discorso a parte!anche per "L'isola" in realtà,ma credo che il film sia del 2000 e non lo metterei tra gli ultimi lavori.Credo che kim ki duk sia altalenante.basta pensare che in realtà "la samaritana" è precedente a "Ferro 3",anche se nelle sale è uscito dopo.E cmq ti ricolleghi a quello che dicevo io, può darsi appunto che sulla lunga distanza questo genere diventi un po' sterile!io ancora qualcosa di apprezzabile la vedo!

jumbolo ha detto...

si, infatti la riflessione partiva da quello che sostieni. l'arco e time mi sono piaciuti meno del resto della sua produzione. ho recuperato i primissimi, ma sono in coreano. magari ti interessano :))

Anonimo ha detto...

cmq sul mulo si trovano i suoi film vecchi (vabbè del'96...) in coreano ma con i sottotitoli in italiano!tipo "crocodile"!dacci un occhio!!la cosa è più fattibile così...!