Sempre sul tema delle donne, ho trovato interessante, anche se non obbligatoriamente condivisibile, questa intervista a Corinne Maier, scrittrice francese. Il discorso dei figli è interessante e bisognerebbe davvero affrontarlo con schiettezza. Mi è venuto in mente un dialogo avuto con un'amica su questo tema: spesso, quando arrivi ad una certa età, le tue amiche o i tuoi amici sembrano volerti far sentire un disadattato se non hai figli.
Sentite qua.
Non fate figli, please
PROVOCAZIONI
"Giovani, crescete, ma non moltiplicatevi!".
La scrittrice Corinne Maier rompe un tabù con un inno alla non maternità
di Maria Grazia Meda
Consiglio per le giovani generazioni: crescete, ma per favore non moltiplicatevi. Ecco l'ultima provocazione di Corinne Maier, scrittrice e psicanalista francese, famosa per aver scritto Buongiorno lettino, Come sopravvivere alla psicanalisi ridendo e soprattutto Buongiorno pigrizia (Bompiani), un breve libro nel quale proponeva una teoria della resistenza passiva in ufficio, cioè come portare a casa lo stipendio lavorando il meno possibile. Il manuale fu un caso editoriale e valse a Maier l'ammirazione incondizionata dei dipendenti dell'intero mondo industrializzato. Oggi si è spinta oltre. Il suo nuovo pamphlet - No Kid. Quarante raisons de ne pas avoir d'enfant (No Kid. Quaranta ragioni per non avere figli, ed. Michalon, uscirà per Bompiani l'anno prossimo, e di cui anticipiamo alcuni stralci) - forse non raccoglierà lo stesso incondizionato favore dei lettori. Perché, come lei sottolinea: "Sono pochissimi i genitori, e in particolare le madri, che hanno il coraggio di fare un vero coming out". Ecco: Corinne Maier ha fatto un coming out: confessa che le è capitato di rimpiangere di aver voluto dei figli. E aggiunge che, quando discute con le amiche, si rende conto che altre donne condividono questo inconfessabile sentimento. Ma lei ha avuto il coraggio di sancirlo con un libro. Provocazione? In parte. Attaccando il mito dei figli quale "bene più prezioso e gioia ineguagliata", Corinne Maier solleva alcune questioni scomode sul ruolo ricoperto dai figli nella società. Senza essere necessariamente d'accordo con lei, dopo averla ascoltata è impossibile non guardare con occhio diverso le famiglie che la domenica spingono passeggini e raccolgono giocattoli nei parchi o sulle spiagge: se potessero tornare indietro lo rifarebbero? Signora Maier rimpiange davvero di avere due figli? "Ci sono dei momenti in cui mi chiedo se ho fatto la scelta giusta e comincio a pensare a cosa avrebbe potuto essere la mia vita senza figli. Mi rendo conto insomma che certe scelte implicano certi sacrifici... Quindi sì a volte mi pento".E lo sanno i suoi figli? Ha detto loro, citando il suo libro, che sono dei "parassiti"? "Certo che lo sanno e non credo che sia così drammatico, sono abbastanza grandi per capire che magari uno non ha voglia di essere sempre lì sull'attenti quando si svegliano al mattino, di pianificare tutta una vita in funzione dei loro bisogni... di fare da domestica...".Ma non è distruttivo far capire a un figlio che è di troppo? "Se ne dicono tante di cose... Le faccio una domanda: crede che sia sano proiettare sui figli tutti i nostri desideri e le nostre aspirazioni?". Si spieghi."Oggi gli adulti proiettano un'infanzia ideale sui figli, viziandoli senza responsabilizzarli. Nel contempo, ci si aspetta così tanto da loro in termini di socievolezza, di risultati scolastici, di eccellenza, di successo che i genitori saranno per forza delusi e i figli schiacciati dal peso della pressione".È per questo che lei dice che le persone felici sono quelle alle quali non è stato chiesto nulla? "Ripeto: non credo che esista una ricetta miracolosa per far crescere degli individui felici e realizzati ma sono convinta che meno ci si aspetta dai figli e maggiori saranno le sorprese positive. Perché non ci sarà la pressione del risultato. Dai miei non aspetto nulla".Lei stigmatizza la costruzione dell'immagine dei figli contemporanea."Schematizzo: in passato i figli erano pensati in termini utilitaristici. Nelle classi alte servivano alla trasmissione del titolo, del patrimonio, dei valori. A rinnovare le élite e a forgiare le alleanze. Nelle classi povere erano delle braccia, forza lavoro e - caricaturando - il bastone della vecchiaia. Oggi sono un'altra cosa ancora".Infatti scrive che nella nostra società il bambino è re: come lo spiega?"È una questione interessante. Certamente, nella nostra società completamente votata al consumismo, i figli sono un oggetto ricercato e prezioso. Un oggetto meraviglioso che dovrà colmare i tanti vuoti della solitudine contemporanea, un oggetto che dovrà realizzare i sogni del genitore. E poi il figlio riempie il vuoto lasciato da un desiderio forte che non abbiamo il coraggio di realizzare". Infatti nel libro lei dice che spesso usiamo il pretesto dei figli per non fare certe cose."Sì, si guardi intorno: la coppia che non divorzia "per il bene dei figli" e vive una relazione miserabile, o le persone che si privano di un certo tipo di vita, di carriera, di avventura con la scusa dei figli, ma in fondo perché non hanno il coraggio di affrontare e realizzare i propri desideri".Secondo lei carriera e figli sono aspirazioni inconciliabili. "È una questione complessa ma osserviamo ad esempio la situazione francese: lo Stato promuove una forte politica natalista con un sistema abbastanza efficiente di sussidi, asili nido e doposcuola. Eppure anche se le donne vengono spinte a lavorare rimangono in posti subalterni". Perché?"Perché è troppo faticoso! Stando alle statistiche in Francia le donne hanno il primo figlio a 30 anni. Non sono ancora all'apice della carriera e quindi non guadagnano ancora a sufficienza per pagare una tata a tempo pieno. Devono lavorare il doppio di un collega maschio e la carriera ne risente".Nel suo caso lavorava 70 ore alla settimana: 40 in ufficio e 30 con i figli..."È sfiancante. Con ritmi così non si ha più energia. Altro che far carriera! Credo davvero che l'unico modo per essere felici con dei figli è di essere ricchi".Ecco perché lei dice che per Madonna e Angelina Jolie è facile circondarsi di bambini."Sarebbe assurdo negarlo: con dei mezzi economici importanti ci si può permettere una governante e uno stuolo di super nanny. Semplifica la vita". Le donne sono coscienti degli ostacoli che incontreranno, eppure continuano a coltivare il desiderio di maternità."Mi sta dicendo che tutte le donne desiderano avere un figlio? Non credo proprio".Diciamo che ci sono poche donne che e-sprimono un chiaro desiderio di non procreare. Come lo spiega?"."Penso che sia una costruzione sociale, una pressione fatta sulle donne".Nei Paesi dove è stato imposto il controllo delle nascite non è stato sradicato il desiderio di procreare."Continuo a pensare che oggi un figlio sia un puro oggetto capitalistico. Ma è chiaro che ci sono anche fattori più profondi quali un certo modo di ripagare un debito verso i propri genitori procreando e una certa idea d'immortalità espressa attraverso la prole. Aggiungo che i figli sono un importante elemento di integrazione sociale e, per dirlo con termini freudiani, sono un fallo ambulante, un oggetto magnifico che ci riempie".Un oggetto che faciliterebbe la carriera politica. Perché? "Perché un capo di Stato senza figli è sospetto. A livello inconscio la nostra società giudica in modo negativo una persona senza figli. Come se la persona in questione fosse incompleta e - caricaturando - immatura. In particolare per chi vuole condurre una carriera politica, la mancanza di figli può essere un handycap: come se mancasse l'esperienza di gestire una famiglia, direi quasi l'esperienza della vera vita". Insomma un genitore è più rassicurante di una persona senza figli."Sì, l'individuo senza figli è spiazzante, è un elettrone libero che dipende meno dalla struttura sociale".Infatti lei parla del ruolo normativo dei figli nella nostra società."Dico che una coppia con figli è più facilmente "controllabile"". Che significa?"Una coppia con figli non cambierà mai attività, città, amicizie sulla base di un colpo di testa. Non potrà permettersi un comportamento asociale, non si ribellerà facilmente proprio perché deve pensare al benessere dei figli. Un individuo o una coppia senza figli sono molto più liberi e imprevedibili. In un certo senso il nucleo familiare è un elemento stabilizzante della società, è il collante di un certo ordine e conformismo. Provi a immaginare un gruppo importante di persone che decide di non procreare e di realizzare invece i propri desideri: non c'è nulla di più sovversivo!".Lei dice anche che il capitalismo adora i bambini."Nel libro scrivo che un figlio è il più fidato alleato oggettivo del capitalismo nel senso che è il più potente motore di consumo della nostra società. Provi a pensare a quanti prodotti superflui e inutili compriamo ai nostri figli: lo sa che in Inghilterra due terzi dei bambini tra i 6 e 13 anni hanno già un cellulare? È così essenziale per lo sviluppo che un bimbo di otto anni abbia telefono, gameboy, costose trading cards che perde sistematicamente e delle sneakers da 100 euro?". Aggiunge che la società ama i neonati e i bambini piccoli. Ma quando arrivano a 18 anni li abbandona. "Perché li amiamo in quanto oggetto. Ma quando diventano soggetto è tutto molto più problematico e nessuno si preoccupa del loro avvenire. È drammatico vedere tutti questi giovani vittime della precarietà e senza sbocchi. È un paradosso interessante: abbiamo dedicato uno spazio enorme ai piccoli ma una volta cresciuti né lo Stato né la società attribuiscono loro un posto".Ci dia il motivo principale per non avere figli."Se vogliamo davvero realizzare i nostri sogni e i nostri desideri, dobbiamo sapere che i figli sono un ostacolo a questa realizzazione".E se una donna le rispondesse che la sua più bella realizzazione sono, appunto, i figli?"Avrei dei dubbi sulla sua sincerità: mi interesserebbe andare oltre le apparenze e scavare nel vissuto di questa persona".
Motivo 2: Il parto, una tortura"La realtà è che per partorire ci vogliono ore, a volte un'intera giornata; ti ritrovi immobilizzata come un grosso scarabeo con un tubo piantato nella schiena; quando arrivano le contrazioni hai l'impressione che la pancia ti esploda dall'interno... Il parto significa dolore, sangue e fatica (e sembra anche un po' di cacca, un omaggio per l'ostetrica o il ginecologo). Avete presente la scena di Alien, quando un mostro esce dal corpo di uno dei protagonisti, squarciandogli la pancia? Sapete perché è così famosa? Perché si avvicina molto alla nascita, perbacco!".
Motivo 8: Chiuderete con i giochi "I bambini sembrano fatti apposta per impedirvi di godere delle gioie della vita. È il lato nascosto del loro bel faccino. Credetemi: in questo settore il marmocchio mostrerà un'inventiva straordinaria. Si ammalerà quando avete deciso di uscire a divertirvi e vi romperà le uova il giorno del compleanno, quando speravate di festeggiare con gli amici. Non accetterà che invitiate a casa uno sconosciuto per passarci la notte e voi eviterete di farlo, per non rischiare di 'traumatizzarlo'. E poi si ingegnerà per strillare proprio quando vi infilate sotto le coperte con il partner. Ammesso che dorma nella sua cameretta".
Motivo 9: Ammazzerete il desiderio "Spesso è proprio durante la gravidanza che ha inizio un lungo inverno sessuale. Una brutta notizia. E l'astinenza non cesserà con la nascita. Non ti viene di certo voglia di fare l'amore dopo un'episiotomia e anche nel caso ti venisse, il dolore va avanti per settimane. Ma lo sapete, che cos'è un'episiotomia?".
Motivo 12: "Il bambino è una sorta di nano depravato, di una crudeltà innata" (Michel Houellebecq)"La nostra visione del bambino è plasmata da Rousseau. Questo autore, che si liberò dei figli affidandoli all'assistenza pubblica, celebra con grande sensibilità l'analogia fra il bambino e il selvaggio. L'uno e l'altro vivrebbero in comunione con le cose, nell'apprendimento del vero, in una purezza non ancora alterata dalla civiltà. Un po' di serietà, per favore. L'innocenza di un bambino - lo diceva già Sant'Agostino - ha a che vedere con la debolezza dei suoi arti, non certo con le sue intenzioni. Il bambino è come il vostro cane: se fosse due o tre volte più grande, sarebbe un animale feroce, e il vostro peggior nemico". Motivo 38: Perché ammazzarsi di fatica per un futuro incerto?"Porterete sulle spalle vostro figlio per decine di anni. Un vero e proprio fardello, di cui farete fatica a sbarazzarvi. Un consiglio: invece che accollarvi un simile parassita, scegliete piuttosto un gigolo. È più piacevole e almeno sapete fin dall'inizio per che cosa spendete i vostri soldi". (Da No Kid. Quarante raisons de ne pas avoir un enfant. © Corinne Maier, ed. Michalon)
Nessun commento:
Posta un commento