No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20081211

lo scambio


Changeling - di Clint Eastwood 2008


Giudizio sintetico: si può vedere


Nel 1928, a Los Angeles, Christine Collins, una madre sola con un figlio di 9 anni, esce per andare a lavoro in straordinario, a malincuore, avendo promesso al piccolo che lo avrebbe portato al cinema. Al suo ritorno, il piccolo è scomparso. Christine comincia la ricerca, rivolgendosi ovviamente alla polizia, la famosa LAPD, che dopo 5 mesi le consegna un bambino somigliante, ma non certo suo figlio. Il calvario di Christine si trasforma in un'odissea, di più, in una lotta durissima contro l'istituzione poliziesca, per conoscere la verità.


Ennesimo bel film di Eastwood, tratto incredibilmente da una storia realmente accaduta, alla quale, pare, la sceneggiatura non ha aggiunto granché. Stile come sempre sobrio e asciutto, nonostante la durata eccessiva, mano magistrale, fotografia superba, ricostruzione storica accurata, prove attoriali divistiche (ma non impeccabili).

Eppure, nonostante la critica sia pressoché unanimemente osannante davanti a Changeling, e venga proposto per diversi Oscar, non sono riuscito ad appassionarmi troppo a questo lavoro.

Sarà snobismo, sarà che le cose perfette non sono mai geniali, sarà solo eccesso di anticonformismo, ho trovato la tremenda sofferenza di Christine Collins come telefonata. D'accordo, ampie possibilità di metafora traslando la storia ai giorni nostri, critica feroce al sistema e soprattutto alla corruzione, all'indecenza delle istituzioni che trasformano i cittadini in numeri e caselle da usare per le statistiche, tutto vero, toccante e pure fastidiosissimo perchè vero e ripetibile, il film dà un senso di freddezza che non coinvolge appieno.

I personaggi sono quasi tutti bianchi o neri: o sono buoni, o sono cattivi. Solo qualcuno, marginale, si salva.

E poi gli attori principali. Malkovich ormai può recitare solo un carattere del genere: un prete ingessato con un'espressione unica, disgustata, dipinta perennemente sulla faccia. La Jolie, magrissima ma fredda perfino nella sofferenza, troppo, davvero troppo impeccabile in qualsiasi situazione.


Formalmente e stilisticamente impeccabile, il film di Clint ha forse, a mio modesto parere, un difetto di eccessivo distacco emotivo, oltre che di eccessiva durata.

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