La sesta parte è stata pubblicata ieri
Le orge di Nerone
Torniamo all’amico di Philip Weiss: “Il cinema porno usa ragazze ancora ingenue. È brutto dirlo, ma ogni tanto bisogna prendersi una serata tutta per sé”. Questo è il linguaggio di un uomo che ha accettato, non come errore momentaneo ma come aspetto permanente e necessario della sua vita coniugale, di avere una relazione sessuale a pagamento con altre donne. Ed è il linguaggio di un uomo che ha interiorizzato una visione del matrimonio come prigione sessuale, resa tollerabile solo da frequenti congedi online con donne che si lasciano sfruttare più facilmente di sua moglie.
Definire il porno una forma di adulterio non significa immaginare che sia possibile farlo scomparire. La tentazione di approfittarne ci sarà sempre, e naturalmente gli uomini non resisteranno. Io ho visto dei film porno: se siete maschi e respirate, è probabile che ne abbiate visti anche voi. La cosa più importante è decidere che tipo di persona vogliamo essere: come definiamo i nostri ideali, come stabiliamo i limiti nelle nostre relazioni e come ci sentiamo quando li superiamo. Questo serve a offrire a tutte le persone a cui siamo legati – che siano uomini o donne, che usino il porno o si limitino a tollerarlo – la possibilità di rilettere su cosa stanno facendo e di chiedersi se è il caso di cambiare qualcosa. In questo dibattito le posizioni estreme di chi è contrario alla pornografia non servono. Pensare che il porno sia accettabile solo perché è ormai molto diffuso è un approccio sbagliato. Ed è sbagliato di per sé, non perché la pornografia rischia di mandare in rovina la società, di distruggere l’istituzione del matrimonio e di scatenare migliaia di potenziali stupratori. Il porno non porterà al crollo della civiltà occidentale più di quanto le orge di Nerone non abbiano davvero contribuito alla caduta di Roma. In fondo una società che tollera la diffusione quasi universale dell’infedeltà online può funzionare altrettanto bene di una società che la rifiuta. Proprio per questo sembra facile affermare che la diffusione della pornografia implica semplicemente il passaggio, in materia di sesso e fedeltà, a un atteggiamento più maturo e realistico. Per arrivarci dobbiamo solo rinunciare al nostro senso morale.
Definire il porno una forma di adulterio non significa immaginare che sia possibile farlo scomparire. La tentazione di approfittarne ci sarà sempre, e naturalmente gli uomini non resisteranno. Io ho visto dei film porno: se siete maschi e respirate, è probabile che ne abbiate visti anche voi. La cosa più importante è decidere che tipo di persona vogliamo essere: come definiamo i nostri ideali, come stabiliamo i limiti nelle nostre relazioni e come ci sentiamo quando li superiamo. Questo serve a offrire a tutte le persone a cui siamo legati – che siano uomini o donne, che usino il porno o si limitino a tollerarlo – la possibilità di rilettere su cosa stanno facendo e di chiedersi se è il caso di cambiare qualcosa. In questo dibattito le posizioni estreme di chi è contrario alla pornografia non servono. Pensare che il porno sia accettabile solo perché è ormai molto diffuso è un approccio sbagliato. Ed è sbagliato di per sé, non perché la pornografia rischia di mandare in rovina la società, di distruggere l’istituzione del matrimonio e di scatenare migliaia di potenziali stupratori. Il porno non porterà al crollo della civiltà occidentale più di quanto le orge di Nerone non abbiano davvero contribuito alla caduta di Roma. In fondo una società che tollera la diffusione quasi universale dell’infedeltà online può funzionare altrettanto bene di una società che la rifiuta. Proprio per questo sembra facile affermare che la diffusione della pornografia implica semplicemente il passaggio, in materia di sesso e fedeltà, a un atteggiamento più maturo e realistico. Per arrivarci dobbiamo solo rinunciare al nostro senso morale.
L'autore
ROSS DOUTHAT è senior editor del mensile statunitense The Atlantic.
Ha un blog: http://www.rossdouthat.theatlantic.com/
Il reportage continua con un altro articolo sabato 20 dicembre 2008
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