Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Sylvia, madre single, assistente sociale e ex alcolista, partecipa con riluttanza a una rimpatriata di ex studenti del liceo con la sorella minore Olivia. Sylvia è turbata da un uomo che si siede accanto a lei e le sorride. Lascia l'evento e viene seguita a casa dall'uomo, che aspetta fuori sotto la pioggia. Al mattino, Sylvia lo trova addormentato fuori, bagnato e a malapena cosciente. Scopre che si chiama Saul e telefona a suo fratello Isaac per recuperarlo. A casa di Saul e Isaac le vengono offerte delle scuse: Saul soffre di demenza senile precoce, che lo rende disorientato e confuso e ostacola la sua capacità di ricordare o creare ricordi. Sylvia porta Saul in un parco per chiedergli perché l'abbia seguita. Saul dice di non saperlo e di non ricordare di averla incontrata prima, il che la turba. Sylvia racconta a Saul che al liceo alcuni suoi compagni di classe l'hanno fatta ubriacare e aggredita sessualmente. Sylvia accusa Saul di aver partecipato, ma lui insiste di non ricordarlo. Infuriata, Sylvia gli ruba la collana con i dati di contatto di emergenza, lo abbandona, cambia idea, restituisce la collana e lo aiuta a tornare a casa. Sara, la figlia di Isaac, offre a Sylvia un secondo lavoro: prendersi cura di Saul durante il giorno. Sylvia accetta dopo che Olivia le assicura che Saul si è iscritto alla loro scuola dopo che Sylvia si è trasferita, il che significa che non l'ha aggredita. (Wikipedia)
Il regista messicano si conferma un vero maestro. Un altro tema scottante, affrontato da un punto di vista particolarissimo, senza sensazionalismi, con una coppia di protagonisti straordinari, per un film dal basso profilo ma dall'altissima resa.
The Mexican director proves himself a true master. Another burning issue, approached from a unique perspective, without sensationalism, with a pair of extraordinary leads, for a low-key but high-reward film.
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