Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Nel 1988, l'adolescente Maren Yearly mangia il dito di una compagna di classe dopo essere uscita di nascosto per andare a una festa in pigiama. Suo padre Frank, abituato alla sua natura cannibale da quando ha assassinato la sua babysitter a tre anni, si trasferisce prontamente insieme a lei, ma la abbandona poco dopo il suo diciottesimo compleanno, lasciandole del denaro, il suo certificato di nascita e un registratore. In un messaggio alla figlia, Frank confida la sua angoscia per l'apparente mancanza di rimorso di Maren in seguito ai suoi incidenti nel corso degli anni ed esprime la sua speranza che un giorno imparerà a superare i suoi impulsi. Sperando che sua madre Janelle, che l'ha abbandonata quando era una neonata, possa fornirle delle risposte, Maren parte per il suo luogo di nascita, il Minnesota. Alla fermata dell'autobus, Maren viene avvicinata dall'eccentrico Sully, che si presenta come un compagno "mangiatore" e le insegna che i loro simili possono identificarsi a vicenda tramite l'odore. La conduce nella casa di una donna anziana e morente, insistendo con una Maren inorridita che la sua fame non farà che aumentare con il tempo. La donna muore la mattina dopo e Maren si unisce con riluttanza a Sully per nutrirsi del cadavere, dopodiché lui le mostra una corda intrecciata che ha creato con i capelli delle sue vittime. Turbata dall'evidente interesse di Sully nel prenderla sotto la sua ala, Maren fugge dalla casa. (Wikipedia)
Grandissimo cast, perfino nella meno conosciuta Taylor Russell (Maren, magnetica), film esteticamente bellissimo fin nei minimi particolari, Bones and All è un oggetto affascinante e soprattutto, molto romantico. Rifiutando metafore, Guadagnino conferma che preferisce fare cinema che crea suggestioni, e non manda troppi messaggi. Va bene anche così.
Great cast, even the lesser known Taylor Russell (Maren here, magnetic), aesthetically beautiful film down to the smallest details, Bones and All is a fascinating object and above all, very romantic. Rejecting metaphors, Guadagnino confirms that he prefers to make cinema that creates suggestions, and does not send too many messages. That's fine too.
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