Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Ha Sang-hyeon è il proprietario di una lavanderia a mano e fa volontariato nella vicina chiesa, dove lavora il suo amico Dong-soo. I due gestiscono insieme un'attività illegale: Sang-hyeon ruba occasionalmente i bambini dalla scatola dei bambini della chiesa con Dong-soo, che cancella il filmato di sorveglianza della chiesa che mostra che un bambino è stato lasciato lì. Vendono i bambini sul mercato nero delle adozioni. Ma quando una giovane madre So-young torna dopo aver abbandonato il suo bambino, li scopre e decide di andare con loro in un viaggio su strada per intervistare i potenziali genitori del bambino. Nel frattempo, due detective, Soo-jin e Lee, sono sulle loro tracce. (Wikipedia)
Il regista giapponese, che abbiamo conosciuto con Shoplifters qualche anno fa, ci regala un altro film delizioso (quasi) quanto quello, ben recitato, e diretto con la solita mano leggera, buffa, con la quale però affronta sempre argomenti decisamente importanti. Di certo, è molto lontano da certi standard chiassosi e inconcludenti.
The Japanese director, whom we met with Shoplifters a few years ago, gives us another film that is (almost) as delicious as that one, well acted, and directed with the usual light, funny hand, with which however he always deals with decidedly important subjects. Certainly, it is very far from certain noisy and inconclusive standards.
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