No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20210723

When it all Started

Kiss + Iron Maiden, 2 settembre 1980, Velodromo Vigorelli, Milano


Ho 14 anni e mezzo, sto per cominciare la seconda superiore (ho fatto la "primina"), sono le 2 del pomeriggio del 2 settembre 1980, bella giornata di fine estate, e sono davanti al Vigorelli a Milano, insieme ad uno dei miei amici più cari, con il quale condivido la passione per la musica e per i Kiss, e ad altre centinaia di persone, in attesa dell'apertura delle porte. Vivo a circa 300 km da qui, e ancora non mi capacito come i miei genitori mi abbiano dato il permesso di venire. L'eccitazione non ci fa accusare noia o stanchezza, e verso le 17, o le 18, ascoltiamo perfettamente il soundcheck, del quale ricordo una versione ben fatta di Black Diamond. Più tardi, si sparge la voce che una porta è stata aperta: ci muoviamo verso quella. La pressione è altissima, e cedono delle spallette, fortunatamente non alte. Qualcuno cade. Cedono quelli del servizio d'ordine che reggono il cancello, e rischio di perdere il mio amico. Entriamo senza che nessuno controlli il biglietto, e ci ricompattiamo subito dopo l'ingresso: sono riuscito a fare entrare un registratore di quelli dell'epoca, grande come un mattone. Ci posizioniamo nel prato, ad una distanza che descriverei come 50 metri dal palco, ma sicuramente saranno stati almeno 3 volte tanti. Sui giornali il giorno dopo si diranno cose inesatte, si parlerà perfino di molotov: la verità è che ci furono dei lanci di oggetti tra le varie posizioni del pubblico, davanti a noi un tizio verrà colpito alla bocca da una lattina di Coca Cola piena. E' ancora giorno quando si apprezzano le note di The Ides of March, allora per me sconosciuta, e salgono sul palco cinque inglesi con l'abbigliamento metal per eccellenza. Ne ho letto sul Ciao 2001 di mia zia, vedendo una foto promozionale che li ritraeva davanti ad un cadavere mutilato (almeno, così sembrava). Registro l'esibizione, che è fatta da Sanctuary, Prowler, Remember Tomorrow, Running Free, Transylvania, Phantom of the Opera, Iron Maiden e Drifter, ma l'impatto su di me e sul mio amico è impressionante. Nessuno di noi (e sono convinto, molti degli spettatori presenti) immaginava che l'hard rock potesse essere suonato a quella velocità. L'impatto sarà talmente forte che quella band diventerà una delle mie preferite per qualche anno, è sarà protagonista del concerto seguente (passerà qualche anno), all'ingresso del quale ascolterò la band che li scalzerà dalle mie preferenze.
Ancora sconvolti, ci cibiamo di quel che offrono i nostri zainetti da adolescenti, si fa sera, scende il buio, e lo spettacolo che aspettiamo ormai da circa tre anni ha inizio: ecco la band mascherata. Non c'è "il gatto" Peter Criss, bensì "la volpe" Eric Carr, ma il resto è immutato. Classica intro e via con Detroit Rock City, Cold Gin, Strutter e Calling Dr. Love. Seguono tre brani dal nuovissimo Unmasked, is That You?, Talk to Me e You're All That I Want, interrotti però da un grande classico, Firehouse; si potrebbe pensare ad una scaletta che lascerà spazio appunto alla promozione dell'ultimo disco, e invece non ci saranno altri brani da Unmasked. Sanno benissimo che c'è fame di vecchi successi. I siparietti sono quelli che ormai, da fan, conosciamo a memoria, come quello su Firehouse, ed è innegabile che Stanley è nato per tenere in pugno le arene. 2000 Man introduce l'assolo di Ace, con tanto di pirotecnia, e subito dopo I Was Made for Lovin' You, la canzone che li ha fatti conoscere a tutti, arriva la canzone che li ha fatti conoscere a noi, ed ha dato il via al nostro fanatismo: New York Groove, anche questa come 2000 Man una cover, ma che cover. Sono in delirio, ma ancora non so cosa mi aspetta. Nell'ordine arrivano Love Gun, con a seguito l'assolo di basso di Gene che introduce nientemeno che God of Thunder, l'assolo di batteria di Eric che sfocia nell'inno degli inni Rock and Roll All Nite. Il delirio è collettivo, loro escono, rientrano, e regalano tre encore da ricordare: Shout It Out Loud, King of the Night Time World e, mi pareva strano, si chiude con Black Diamond. Sono mestieranti, pagliacci, non troppo tecnici, ma hanno influenzato molte più band di tanti altri. Corono un sogno, ed ho tutta la vita davanti. Non immagino neppure che questo sarà il primo di centinaia, una sorta di malattia che mi porterà viaggi, notti insonni, mattinate lavorative di sofferenza, chilometri di guida in apnea, poi stanze d'albergo, altre amicizie, in poche parole, la mia vita.

I am 14 and a half years old, I am about to start the second year of high school (I am one year "ahead"), it is 2 PM, September the 2nd, 1980, a beautiful late summer day, and I am in front of the Vigorelli in Milan, together with one of my my closest friends, with whom I share the passion for music and Kiss, and to hundreds of other people, waiting for the doors to open. I live about 300 km from here, and I still don't understand how my parents gave me permission to come. The excitement does not make us feel bored or tired, and around 5 or 6 PM, we listen perfectly to the soundcheck, of which I remember a well-made version of Black Diamond. Later, word spreads that a door has been opened: we move towards it. The pressure is very high, and some stair-fences break up, fortunately not so high. Someone falls. The security guards holding the gate give up, and I risk losing my friend. We enter without anyone checking the ticket, and we regroup immediately after entering: I managed to get a recorder of those of the time, as big as a brick. We position ourselves on the lawn, at a distance that I would describe as 50 meters from the stage, but surely it will have been at least 3 times as many. In the newspapers the next day they will say inaccurate things, they will even talk about Molotov cocktails: the truth is that there were throws of objects between the various positions of the public, in front of us a guy will be hit in the mouth by a full Coke can. It is still daytime when the notes of The Ides of March, unknown to me at the time, are appreciated and five Englishmen take to the stage with the metal clothing par excellence. I read about it in my aunt's Ciao 2001, seeing a promotional photo of them in front of a mutilated corpse (at least, so it seemed). I record the performance, which is done by Sanctuary, Prowler, Remember Tomorrow, Running Free, Transylvania, Phantom of the Opera, Iron Maiden and Drifter, but the impact on me and my friend is impressive. None of us (and I am convinced, many of the spectators present) imagined that hard rock could be played at that speed. The impact will be so strong that that band will become one of my favorites for a few years, it will be the protagonist of the following concert (a few years will pass), at the entrance of which I will listen to the band that will undermine them from my preferences. 
Still shocked, we feed on what our teenagers backpacks offer, it is evening, darkness falls, and the show we have been waiting for about three years now begins: here is the masked band. There is no "the cat" Peter Criss, but "the fox" Eric Carr, but the rest is unchanged. Classic intro and go with Detroit Rock City, Cold Gin, Strutter and Calling Dr. Love. This is followed by three tracks from the brand new Unmasked, Is That You?, Talk to Me and You're All That I Want, but interrupted by a great classic, Firehouse; one could think of a setlist that will leave room for the promotion of the last album, and instead there will be no other songs from Unmasked. They know very well that there is a hunger for old successes. The sketches are the ones that by now, as fans, we know by heart, like the one on Firehouse, and it is undeniable that Stanley was born to keep arenas in his hand. 2000 Man introduces Ace's solo, complete with pyrotechnics, and immediately after I Was Made for Lovin' You, the song that introduced them to everyone, comes the song that introduced them to us, and gave the start to our fanaticism: New York Groove, also like 2000 Man a cover, but what a cover. I'm delirious, but I still don't know what awaits me. In the order comes Love Gun, followed by Gene's bass solo that introduces none other than God of Thunder, Eric's drum solo that flows into the hymn of the hymns Rock and Roll All Nite. The delirium is collective, they go out, come back, and give three encores to remember: Shout It Out Loud, King of the Night Time World and, it seemed strange to me, it ends with Black Diamond. They are simple workers, clowns, not too technical, but they have influenced many more bands than many others. I made my dream come true, and I have my whole life ahead of me. I don't even imagine that this will be the first of hundreds, a kind of disease that will bring me travel, sleepless nights, painful working mornings, miles of apnea driving, then hotel rooms, other friendships, in short, my life. 

2 commenti:

monty ha detto...

Beh, che modo spettacolare di perdere la verginità con un concerto!
Il mio primo furono i Frankie goes to Hollywood al Palatrussardi nel 1987 ma non sarei in grado di scriverne un post, visto che non ricordo praticamente nulla

jumbolo ha detto...

L'avevo promesso a me stesso...e siccome l'avevo messo pure per iscritto...ma in effetti, il ricordo è ancora vivido...e ha lasciato il segno!