Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Il film si apre a Jackson, nel Kentucky, nel 1997. Un adulto J.D. ripensa a questo periodo, alla sua infanzia, mentre visita la sua famiglia con i suoi nonni e sua madre, Bev, nella loro attuale casa in Ohio. Quattordici anni dopo, J. D. frequenta la Yale University, fa tre lavori per pagarsi la retta e esce con una giovane donna di nome Usha. Ha uno tirocinio estivo a Washington DC e anche JD spera di ottenerne uno lì. Partecipa a un evento per fare conoscenze nella speranza di ottenere lo stage, ma poi riceve una chiamata da sua sorella, Lindsay; Bev è appena stato portata d'urgenza in ospedale dopo un'overdose di eroina. Lindsay è sopraffatta dalla situazione poiché è già impegnata a sostenere i suoi tre figli. Chiede a JD di tornare a casa, cosa per cui si sente in conflitto poiché teme di perdere la possibilità di fare il tirocinio. Ricorda di essere cresciuto con i molti conflitti che ha avuto con Bev, che è mentalmente ed emotivamente instabile, soffre di tossicodipendenza e ha sempre avuto difficoltà a guadagnare abbastanza per prendersi cura di lui e di sua sorella Lindsay. Ricorda uno di questi conflitti in cui una giornata divertente con Bev in un negozio di figurine sportive si trasforma in un calvario durante il viaggio verso casa, quando, dopo una discussione, Bev guida incautamente, si ferma bruscamente sul ciglio della strada e lo colpisce ripetutamente. Corre fuori dall'auto in una casa vicina e chiama sua nonna, mentre un agente di polizia di passaggio interviene. I suoi nonni vengono a prenderlo e lui tira fuori Bev dai guai mentendo alla polizia su quello che è successo.
Dal memoir omonimo di J. D. Vance, il film di Ron Howard, con un cast di altissimo livello, non riesce ad andare, qui devo dare piena ragione a molti critici accreditati, oltre i classici stereotipi sulla povertà, ed in particolar modo sui White Trash. Davvero niente di che, se non fosse per le grandi prove di Glenn Close (Bonnie) ed Amy Adams (Bev).
From the memoir of the same name by J. D. Vance, the film by Ron Howard, with a cast of the highest level, fails to go further, here I must give full reason to many accredited critics, the classic stereotypes about poverty, and especially about White Trash. Really nothing special, were it not for the great performances of Glenn Close (Bonnie) and Amy Adams (Bev).
Nessun commento:
Posta un commento