Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Vivendo nel suo furgone fatiscente mentre viaggia per l'America, l'adolescente senzatetto Tallulah e il suo ragazzo Nico sopravvivono per le strade rubando carte di credito. Quando Nico decide che è ora di tornare a casa da sua madre, Tallulah esprime il suo sgomento e discute con Nico su come non cambierà il suo stile di vita. Tallulah è devastata nello scoprire la mattina dopo che Nico se n'è andato senza salutare. Nel disperato tentativo di stare di nuovo con lui, Tallulah guida fino a New York City, dove vive la madre di Nico, Margo, e la trova nel suo appartamento. Dopo aver informato Tallulah che non vede Nico da due anni, Margo dice a Tallulah di andarsene.
Debutto sul lungometraggio della regista che ha poi vinto l'Oscar per CODA, Tallulah è una sorta di spin-off del suo corto Mother del 2006, e, con un cast ben scelto, riesce ad abbracciare una serie abbastanza grande di problematiche: non è risolutivo, ma lascia intravedere una buona mano, forse, come poi CODA, un po' troppo alla ricerca della commozione a buon mercato.
Debut on the feature film by the director who later won the Oscar for CODA, Tallulah is a sort of spin-off of her 2006 short Mother, and, with a well-chosen cast, manages to embrace a fairly large number of issues: it is not decisive, but reveals a good hand, perhaps, like CODA, a little too much in search of cheap emotion.
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