No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20230602

Il festival di Rifkin

Rifkin's Festival - Di Woody Allen (2020)
Giudizio sintetico: si può vedere ma anche no (2,5/5)


Mort Rifkin, un anziano critico cinematografico snob di New York, racconta al suo terapista i recenti sviluppi della sua vita. Nel racconto, sta accompagnando la moglie Sue, molto più giovane, a un festival cinematografico a San Sebastián. Lavora come addetta stampa per Philippe, un regista francese il cui film contro la guerra, banale e poco originale, viene universalmente celebrato come un capolavoro, con dispiacere di Mort. Mort diventa rapidamente geloso della relazione tra Sue e Philippe, che si trasforma sempre più in un flirt aperto. I pensieri e le paure interiori di Mort gli fanno avere incubi ispirati a famosi classici del cinema in bianco e nero come Quarto potere, Fino all'ultimo respiro, Jules e Jim, Un uomo, una donna, Persona, Il posto delle fragole, L'angelo sterminatore e Otto e mezzo.

Quarantanovesimo, così pare, film di Woody Allen, contro il quale non posso e non voglio infierire, per rispetto e per quanto fatto in un passato ormai lontano. L'ennesima commedia che tratta dei soliti argomenti, con un cast internazionale (soprattutto perché ho l'impressione che nessun attore o attrice statunitense voglia lavorare con lui, almeno in questo momento), che fa sorridere qua e là, ma lascia l'amaro in bocca, se, appunto, si pensa al passato.

Forty-ninth, so it seems, Woody Allen's film, against which I can't and won't rage, out of respect and for what was done in a now distant past. Yet another comedy that deals with the usual topics, with an international cast (especially since I have the impression that no American actor or actress wants to work with him, at least at this moment), which makes you smile here and there, but leaves a bitter taste in the mouth, if, in fact, one thinks of the past.

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