Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Il film è diviso in quattro atti: "Ombre", "Corno", "Sangue" e "Fuoco" scritti nell'alfabeto runico dell'antico Futhark e nell'alfabeto latino moderno. La prima è "Ombre". Una giovane ragazza solitaria di nome Albrun vive con sua madre allevatrice di capre nelle Alpi dell'Austria del quindicesimo secolo. L'identità di suo padre rimane un mistero. Una notte, uomini travestiti con pelli di capra e corna arrivano alla loro baita, bussano alla porta, le chiamano streghe e insistono perché vengano bruciate. Successivamente, la madre si ammala e riceve la visita di un medico e di una suora di un paese vicino. Scoprono che ha delle escrescenze situate sotto l'ascella e, considerandola in uno stato ormai troppo avanzato, se ne vanno. Albrun viene lasciata sola a prendersi cura di sua madre, le cui condizioni fisiche e mentali si deteriorano rapidamente, culminando in un'aggressione sessuale contro sua figlia. La madre corre fuori dal cottage nella notte invernale. Al mattino, Albrun trova il corpo senza vita di sua madre ricoperto di serpenti nel bosco.
Impressionante il debutto di questo giovane regista austriaco, ancor di più se pensiamo che lo ha scritto, diretto e co-prodotto (parzialmente tramite crowdfunding), come progetto di diploma alla scuola di cinema. Recitazioni coinvolgenti, scenari impressionanti, e soprattutto, un'atmosfera davvero da brividi.
The debut of this young Austrian director is impressive, even more if we think that he wrote, directed and co-produced it (partially through crowdfunding), as a diploma project at the film school. Engaging acting, impressive scenarios, and above all, a very creepy atmosphere.
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