Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Nel 1894, Alfred Dreyfus, capitano dell'esercito francese, viene riconosciuto colpevole di alto tradimento per aver passato segreti militari all'Impero tedesco. Viene degradato e condannato all'esilio sull'Isola del Diavolo; la sua incarcerazione suscita una notevole eco in Francia poiché Dreyfus è ebreo. Un anno dopo, l'ufficiale Georges Picquart, ex superiore dello stesso Dreyfus, viene nominato capo della sezione dei servizi segreti dell'esercito francese (Deuxième Bureau). L'uomo, nonostante presunti sentimenti antisemiti, è consapevole che il processo contro Dreyfus è stato piuttosto sommario e condizionato dalla sua provenienza; pertanto, notando alcune irregolarità nel fascicolo della vicenda, decide di condurre un'indagine per verificare la colpevolezza dell'uomo. Picquart scopre che il cosiddetto bordereau, il documento che proverebbe la sua colpevolezza, non è stato scritto da Dreyfus, come aveva dichiarato il grafologo Alphonse Bertillon, ma da un altro soldato: il maggiore Ferdinand Walsin Esterhazy. Secondo Picquart, è lui la vera spia, ma le prove sono state pregiudicate o addirittura falsificate a scapito di Dreyfus.
Basato sul romanzo An Officer and a Spy di Robert Harris, che a sua volta si basa sul fatto di cronaca detto Affare Dreyfus, quello, per intenderci, che detto luogo al famosissimo editoriale di Émile Zola (J'Accuse...!), il film di Polanski è si, di maniera, ma a mio giudizio va visto sia per le prove maestose del cast, sia per la potenza "naturale" della storia.
Based on the novel An Officer and a Spy by Robert Harris, which in turn is based on the news story called the Dreyfus affair, the one, to be precise, which gave rise to the very famous editorial by Émile Zola (J'Accuse...!), Polanski's film is yes, manneristic, but in my opinion it should be seen both for the majestic performances of the cast and for the "natural" power of the story.
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