No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080704

maledetto cielo 1


Da D la Repubblica delle donne nr. 604



Maledetto cielo

Overbooking, bagagli smarriti, voli cancellati. Colpa delle compagnie, e di leggi poco adeguate. Ma anche di noi consumatori, che non conosciamo i nostri diritti


di Luisa Grion

C'è chi per un volo spostato ha rischiato di non arrivare in tempo al suo matrimonio e chi, militare in Libano, è dovuto andare in missione di pace con un paio di pantaloncini prestati: che fine avrà fatto la sua divisa da ufficiale? Telefonando al "Lost and found" dell'aeroporto di Linate, Renato da mesi trova solo un disco registrato e nessuna informazione sulla sua valigia scomparsa. Alida, invece, smarrito il bagaglio, solo un paio di giorni dopo se n'è visto recapitare a casa uno. Non era il suo.Per chi vola in Italia i casi di valigie smarrite, voli spostati, overbooking, rimborsi fantasma aumentano di anno in anno. Per avere le dimensioni del fenomeno, oltre ai dati ufficiali, basta dare un'occhiata a uno dei forum sui tanti siti che danno voce alle lamentele dei passeggeri (uno dei più affollati è quello di www.viaggi.affari.to ).È così un po' dappertutto - assicurano agenzie di viaggio e associazioni di consumatori - siamo nella media europea e c'è chi, Gran Bretagna compresa, sta peggio di noi visto che - nella hit parade dei bagagli perduti - al primo posto (gli ultimi dati comparabili sono del 2006) compare la British Airwais con 30,7 valigie smarrite ogni mille passeggeri, mentre Alitalia ne perde 25,2, Lufthansa 20,8, Air France 18,9 e la Turkish airlines solo 4 e mezzo. Si è moltiplicato sia il numero delle tratte coperte che quello delle compagnie a disposizione, e poi se paghi poco (vedi le low cost) qualche rischio di disservizio lo dovrai pur mettere in conto. Nel viaggio globalizzato, dove in fondo spostarsi in aereo su una tratta europea può costare quanto una cena in pizzeria, non vi sarebbero, dunque, grandi gap fra un Paese e l'altro. Ma a guardar bene un "caso Italia" esiste e riguarda non tanto i danni quanto i risarcimenti: se i torti sono più o meno equamente divisi fra i viaggiatori di tutta Europa, nel nostro Paese per ottenere giustizia ci vogliono tempi più lunghi che altrove. Chi può fare i paragoni con gli altri Paesi e con le compagnie straniere non ha dubbi: "Per ottenere il risarcimento di un bagaglio smarrito in Germania ci metto più o meno tre settimane, in Italia, per venire a capo di un caso simile devo mettere in conto anche un anno", dice Monika Nardo, responsabile, per questa area, del Centro Europeo Consumatori di Bolzano. Le compagnie, sia quelle di linea che le low cost, non rispondono ai solleciti. Anche qui le chat abbondano di racconti sfortunati, passeggeri maltrattati e avvocati che si inseriscono nei dibattiti offrendo assistenza o cercando contatti per intentare una class action. "Il problema non è lo smarrimento del bagaglio Alitalia", si sfoga Rino nel forum di Viaggi.affari.to, "la cosa più assurda è quando ti mandano la lettera a casa dicendoti di spedirgli i dati bancari per darti i soldi e dopo mesi, quando richiami, ti dicono che non c'è nessuna pratica aperta". Sia chiaro, precisano le associazioni dei consumatori, non è che Alitalia sia peggiore di altre aziende e le vicissitudini in corso non hanno inciso sull'entità dei disservizi; il problema, invece, è piuttosto generalizzato. Il vero guaio semmai, secondo le stesse associazioni, è che c'è una scarsa conoscenza dei propri diritti di passeggero e delle strade da percorrere per ottenere giustizia. È vero che la disciplina normativa legata al trasporto aereo è tutto sommato recente (il regolamento comunitario è del 2004); ed è anche vero che per evitare di ricorrere al giudice e cercare - tramite l'assistenza di una associazione - una soluzione in via extragiudiziale ci vorrebbe un po' di giurisprudenza in più sui singoli casi. Ma gli italiani sono meno informati dei "compagni di sventura" europei e più impreparati davanti alle avversità. Forse anche per motivi scaramantici: nessuno, prima di partire, vuol credere che la vacanza possa trasformarsi in un incubo e sono davvero pochi quelli che pensano ad autotutelarsi in anticipo (per esempio con una assicurazione extra sul bagaglio se il contenuto è davvero prezioso). Quando poi il disagio si manifesta, si corre al banco informazioni arrabbiati ma poco informati: per esempio davanti a un caso di overbooking non tutti sanno che oltre alla scelta fra rimborso o imbarco su un volo alternativo si ha diritto a una compensazione pecuniaria che varia a seconda della lunghezza della tratta. E il banco non sempre avverte di sua spontanea volontà.


continua

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