So che spesso vi chiedete come faccio ad essere così divertente. Beh, una ragione c'è: è un dono di famiglia. Ed è anche una cosa che mi accomuna al mio co-blogger.
Mi ero ripromesso di parlarvi di mio padre, qualche volta, ma come sempre mi manca il tempo. Ad ogni modo, per darvi un'idea, vi racconto questa.
Sabato pomeriggio dopo aver passato la mattinata facendo le lucertole al sole sul porto di Genova con l'amico Massi, ho preso il treno per tornare al paesello. O meglio, ne ho perso uno, che mi avrebbe portato al paesello, ed ho dovuto sostituirlo con un Cisalpino (figata, ovviamente, visto che fa la spola tra Italia, Svizzera e Germania è uno dei migliori) che però si fermava a Livorno e, pensate un po' come siamo messi, dopo le 20,14 fino al mattino seguente non c'è modo di andare in treno da Livorno a Rosignano. Per cui ho chiesto a mio padre se poteva venirmi a prendere a Livorno (sono 20 minuti di auto). Mi ha risposto affermativamente, se non fosse che non lo aveva detto a me, ma solo a mia sorella e io non sapevo nulla (tutto via sms). Va bene.
Ma la cosa fantastica è stata quando, verso le 19,45, ero all'altezza di Viareggio, mi arriva un sms da mio padre (si, sottolineo questa cosa perchè io la do per scontata, ma a 73 anni non tutti mandano sms, tanto più con le emoticon) che dice "guarda di arrivare in orario perchè ho ordinato le pizze".
Senza parole.
1 commento:
il babbo è sempre il babbo , specie se di nome fa "Marco" , e di cognome fa .... !!!
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