Prima di tutto, scusate il ritardo. Ormai sono quasi due mesi che devo scrivere questo post. Quindi meglio tirato via che mai fatto.
Sono usciti quasi insieme, due album che, per uno strano motivo, probabilmente solo mio, accomuno. Sto parlando dei nuovi lavori di Michael Franti (con i suoi Spearhead) e di Everlast/Whitey Ford. A mio parere li accomuna un passato hip hop, seppure diverso nello spessore, e inversamente proporzionale nel successo di pubblico. Infatti, Franti con i suoi Disposable Heroes of Hipoprisy fu molto apprezzato dalla critica e diventò oggetto di culto, mentre Everlast con gli House Of Pain era meno "impegnato socialmente" ma ottenne un successo quasi planetario, ed ancora oggi la loro Jump Around echeggia un po' ovunque.
Franti, poeta e soprattutto ottimo interprete dei tempi moderni (television, the drug of the nation, breeding ignorance and feeding radiation cantava ai tempi dei Disposable), pacifista, lottatore e uomo sempre dalla parte dei più deboli, con i suoi Spearhead attraversa praticamente tutti i generi musicali pur mantenendo vivo l'impegno; in questo ultimo lavoro il reggae prevale (l'opener Rude Boys Back In Town sembra già un classico del genere), ma la classe deborda e abbraccia praticamente tutto (A Little Bit Of Riddim è un funky/reggae irresistibile, All I Want Is You e Have A Little Faith sono due ballatone struggenti e quasi pop, The Future è rock, High Low, con le mitiche Zap Mama, è quasi un classico r'n'b). Alla base di tutto però, c'è ovviamente il blues.
Schrody (Erik, questo il vero nome di Everlast) è, se vogliamo, e con tutto il rispetto, più dozzinale, ma piace e affascina la voce, profonda e sensuale, e questo suo confrontarsi anche sfrontatamente con semidei, vedi Folsom Prison Blues, dove mischia il super-classico di Johnny Cash con samples di Insane In The Brain dei Cypress Hill (qualcuno - ed anch'io l'ho pensato la prima volta che l'ho sentita - pensa che invece i samples siano di Jump Around, ma cambia poco in realtà): un grande rischio! Il blues che si incrocia con l'hip hop, sia in pezzi sostenuti (Naked su tutte), sia in ballate venate di malinconia western (Friend, Anyone); nonostante molta critica lo snobbi, il risultato è interessante. Ascoltate pezzi come Everyone, una naturale evoluzione da blues a rythm and blues, oppure la divertente Dirty, che abbina il classico col moderno, senza disdegnare sonorità molto accessibili.
Michael Franti And Spearhead - All Rebel Rockers
Everlast - Love War And The Ghost Of Whitey Ford
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