La prima parte è stata pubblicata ieri
Tuttavia, non esiste ancora un’idea condivisa di quale sia il rapporto che lega pornografia e infedeltà. Il porno ha un effetto negativo per le relazioni interpersonali? È una componente insopprimibile dell’esistenza umana? Ed è degradante per le donne? Secondo i sondaggi, su queste domande la società statunitense è spaccata a metà. Questa divisione tende a seguire linee di genere: oggi le donne guardano i film hard più che in passato, ma rimangono comunque più critiche verso il porno rispetto agli uomini. Anche nella generazione di internet questa spaccatura tra i sessi è nettissima. Un’indagine condotta l’anno scorso su un campione di studenti universitari ha rivelato che il 70 per cento delle donne non aveva mai guardato immagini porno, contro il 14 per cento dei maschi, mentre quasi la metà dei ragazzi intervistati ha ammesso di guardare materiale porno almeno una volta alla settimana, contro il 3 per cento delle donne.
Un’opinione molto comune considera la pornografia un’abitudine innocua e al massimo un po’ sciocca. È proprio quest’atteggiamento ad aver trasformato alcune icone dell’industria dell’hard, come Jenna Jameson e Ron Jeremy, in celebrità di serie C e a spingere le stelline esordienti a produrre video sexy nella speranza di fare carriera. Secondo un’altra prospettiva, invece, il porno è un vizio grave che apre la strada a tradimenti reali. Uno studio del 2004 dimostra che la percentuale di uomini che usano materiale pornografico è tre volte più alta tra i mariti infedeli che tra quelli fedeli. Nel bestseller di Tom Perrotta Little children, il marito della protagonista – tradito a sua volta – è ossessionato da una pornostar conosciuta via web di nome Slutty Kay (Kay la sporcacciona), al punto da comprare online le sue mutandine e iscriversi al suo fan club. Il marito di Brinkley potrebbe aver seguito un percorso simile, come altre celebrità appassionate di porno che sono apparse sulle pagine dei giornali scandalistici. A questo punto vale la pena di precisare meglio i termini del dibattito. Negli ultimi trent’anni, i videoregistratori, la tv on demand via cavo e internet hanno profondamente cambiato il modo in cui il pubblico si avvicina al porno. Le innovazioni tecnologiche hanno reso la pornografia moderna un’esperienza più immediata e personale. Nella lunga storia dell’erotismo non esiste nulla di paragonabile al modo in cui oggi milioni di americani possono guardare materiale hard, al punto che facciamo fatica a capire e giudicare il fenomeno. Mentre ci sforziamo di interpretare quest’universo fatto di dvd e video a luci rosse, dovremmo cominciare a porci una domanda essenziale: l’uso della pornografia è una forma di adulterio? A riguardo, il giudizio più netto è quello pronunciato da Gesù nel Vangelo: “Vi dico che chiunque guardi una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. Perfino tra i cristiani osservanti, però, quest’insegnamento tende a essere
considerato una sorta di guida per il raggiungimento della santità, totalmente inutile per i comuni peccatori che cercano di capire se possono avere fiducia nel loro partner. La maggioranza degli americani, credenti o laici, tende a distinguere i pensieri lussuriosi dalle azioni e si attiene alla deinizione di adulterio contenuta nel dizionario Merriam-Webster: “Rapporto sessuale volontario tra un uomo sposato e una persona diversa da sua moglie o tra una donna sposata e una persona diversa da suo marito”.
continua domani
==========================
Nella foto: Ron Jeremy
Nessun commento:
Posta un commento