Dato ormai per scontato che il personaggio dell'anno è Beppino Englaro, il padre di Eluana, che ieri "risponde" idealmente al monito del Vaticano (che come nota correttamente Stefano Rodotà, ha "l'aggressività del nuovo potere temporale") dicendo"la Chiesa dica ciò che vuole, ormai io so qual è la mia strada", mi colpiscono oggi, con una specie di continuità con la riflessione sulla morte innescata ieri dalla notizia del suicidio di Corrado Avaro, colpevole di aver travolto e ucciso, da ubriaco, con l'auto, una ragazza di 16 anni, due notizie sul "modo" di avvicinarsi alla morte.
Il primo è il caso di Hannah Jones, 13enne inglese malata terminale (leggete l'articolo, in pratica è talmente debole - cuore troppo piccolo in seguito a una chemio in tenerissima età per una leucemia - che ha un'autonomia di un'ora e poi deve mettersi su una sedia a rotelle), che chiede all'Alta Corte di essere lasciata morire in pace, a casa, insieme alla famiglia, perchè è stanca di ospedali.
L'altro è quello di Robert Muller, nella foto durante un'azione di gioco, 28enne tedesco portiere di hockey su ghiaccio con tumore al cervello che, essendo fisicamente a posto, vuole giocare ed allenarsi fino alla morte (i medici gli danno due mesi di vita).
Trovo i due "casi" piuttosto analoghi, nonchè noto una meravigliosa dignità di fondo che accomuna Hannah, Robert e pure il signor Englaro, che difende il diritto di sua figlia ad avere pace. L'inglesina e il tedescone accettano il memento mori consci che la morte stessa è continuazione della vita, seppur breve, e vogliono continuare a fare ciò che li rende più felici: Hannah la vita in famiglia, con gli affetti più cari, Robert lo sport che gli ha dato tanto, in mezzo ai tifosi dei quali è il beniamino.
C'è di che imparare.
2 commenti:
Ho sentito in radio la notizia di Muller... niente da dire, c'è davvero da farsi un esame.
sarò anche una fighetta, ma non riesco ad evitare
di commuovermi, davanti alla sofferenza e alla dignità
di queste persone.
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