Good Luck - Giardini di Mirò (2012)
Sorvoliamo sul fatto che vengano da Cavriago anche loro, ma che siano nati prima. Il loro percorso è diverso, e c'è stima tra loro e gli Offlaga, come saprete tutti ormai. E' interessante, invece, proprio il fatto che il loro percorso sia diverso. Post-rock, anche questo lo saprete, è una di quelle definizioni come americana, che significano tutto e niente. I Giardini (di Mirò, of course) sono teste di serie del post-rock italiano, e la loro evoluzione è quasi stupefacente. In questo nuovo Good Luck, il loro quinto album, ci sono i Mogwai, loro seminale ispirazione, ma rimangono sul fondo: in superficie ci sono tante buone canzoni, ben scritte e, udite udite, ben cantate. Per una band che fino a qualche anni fa suonava praticamente musica solo strumentale, o che comunque denotava una certa incertezza sulle parti vocali, è tutto dire. Corrado Nuccini si occupa della maggior parte delle linee vocali, e ci sono due ospiti di eccezione. Su There is a Place c'è Sara Lov dei Devics, mentre in Spurious Love (un pezzo con un intro in puro stile Marlene Kuntz, e che nostalgia, ma che prosegue in maniera del tutto originale, e risulta uno dei migliori) e in Rome c'è nientemeno che Angela Baraldi ai cori. Nonostante tutto ciò, il pezzo migliore, quello più diretto, che mi è parso più completo, è Ride.
E' un bel disco, di una band italiana da sostenere, e che dopo quasi due decenni di storia sta ancora crescendo.
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