No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20121030

Savages

Le belve - di Oliver Stone (2012)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)

Laguna Beach, California, USA. Chon (che nome del cazzo) e Ben, amici per la pelle, sono proprietari di un piccolo impero fondato sulla marijuna con il THC più alto del mondo. Chon è un ex Navy SEAL, ha fatto Iraq e Afghanistan, insomma non gli rompete il cazzo perché vi farebbe saltare in aria, e non ha paura di nessuno, neppure dei narcos messicani. Ben è una sorta di post-hippy, buddista, pacifista, razionale, accomodante, gentile, sensibile, dolce. Come dice O. (abbreviazione di Ophelia, solo lei sa perché), la loro donna comune, Chon scopa, Ben fa l'amore. Ma ci arriviamo tra poco. Un bel giorno sulla spiaggia, Ben, doppia laurea in economia e botanica, chiede a Chon, mentre si fumano uno sbambarozzo, da dove viene la maria migliore. Chon risponde Afghanistan, ed è lì che nasce tutto. Chon, dalle sue missioni, riporta i migliori semi, Ben li coltiva con amore, ed ecco la miglior qualità al mondo. Siccome la qualità si paga, e nonostante tutti i governi del mondo si ostinino a non legalizzarla, la marijuana la consumano in tantissimi, Ben e Chon diventano ricchi ricchissimi. O. è una ragazza annoiata di famiglia ricca, che trova nei due uomini i due lati della mascolinità che spesso non convivono, e accetta di buon grado il ménage à trois (magari se fossero stati degli homeless ci avrebbe pensato su). Quindi, peace & love? Non proprio: alcuni ex commilitoni di Chon si occupano della sicurezza, perché non si sa mai. Sex & drugs & rock and roll? Si, ma anche Wall Street: Spin, un ex impiegato bancario ha lasciato appositamente il lavoro per "lavare" i soldi di Ben & Chon. Fin qui tutto bene, tenendo conto pure di Dennis, agente della DEA, di un certo peso (basta con le battute, visto che è interpretato da John Ciccio Travolta), che prende cospicue mazzette dai due in modo da non avere problemi di sorta. Almeno, sul territorio. Ma, come dice proprio Dennis, benvenuti nella recessione: i grossi marchi vogliono esplorare nuovi territori. Mentre Ben sta tornando da uno dei suoi viaggi dove verifica e mette a punto progetti di solidarietà e scolarizzazione per bambini delle parti svantaggiate dell'Asia e dell'Africa, uno dei cartelli messicani più potenti, invia messaggi non proprio subliminali alla premiata ditta. Tutto per poi far loro un'offerta niente male, per poterli inglobare nell'organizzazione e vendere il loro prodotto, che del resto è il migliore sul mercato. Ai due la cosa non piace molto, però la fronteggiano ognuno a modo suo: Ben vorrebbe abbandonare tutto e starsene lontani dalla civiltà per qualche anno, per poi provare a tornare, oppure cambiare mercato imprenditoriale, Chon vuole fare la guerra a detto cartello. Mentre ci pensano su, e decidono di adottare il piano di Ben, la boss del cartello, individua il punto debole dei due giovani: O., naturalmente. E quindi...

Savages (titolo originale) è senza dubbio un film ben fatto, da tutti i punti di vista diciamo tecnici: montaggio, spettacolarità delle riprese, fotografia, colonna sonora. Ma è un film che posso aspettarmi che ne so, da un Michael Mann, da un Ridley Scott, perfino da un Guy Ritchie particolarmente parco. Qualche bravo mestierante con la fissa dei gangster, per intenderci. Da Oliver, pretendo qualcosa di più. Le belve è una specie di Natural Born Killers 2.0 con la variante della marijuana, ma senza un messaggio chiaro. E, per quanto mi stia simpatico, e per quanto sia sicuro che ha un avvenire garantito, sia nei film d'azione che in quelli pseudo-romantici dove ci vuole il bello e stronzo, Taylor Kitsch (Chon) non è Woody Harrelson (e Blake Lively - O. - non è certo Juliette Lewis; Aaron Taylor-Johnson - Ben - è lì per caso, perché serviva uno con la faccia da Harry Potter stonato). Tratto dall'omonimo libro di Don Wislow e adattato da Shane Salerno insieme a Stone, forse, nelle intenzioni del regista, voleva da una parte sollevare l'attenzione sul fatto che la marijuana dovrebbe essere legalizzata, e dall'altra voleva ribadire l'atrocità dei narcos. Forse. Il fatto è che i narcos di Le belve sono si, selvaggi e fanno cose atroci, ma sono pure buffi. E la legalizzazione della maria mi è parsa sostenuta da motivi inesistenti (magari si sono persi per strada, magari non era quello che interessava al regista). Alla fine, un film molto lungo che però scorre benissimo, molto ben fatto, recitato discretamente (su tutti Benicio Del Toro - Lado -, che però, ripeto, rende il personaggio più cattivo di tutti un po' troppo simpatico), ma che non cambierà le opinioni sul tema e soprattutto non verrà certamente ricordato come uno dei migliori lavori di Oliver Stone.
Shea Whigham è Chad, Demián Bichir è Alex, Salma Hayek è Elena, Emile Hirsch è Spin.

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