Quero - di Carlos Cortez (2007)
Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)
Giudizio vernacolare: storiaccia
Porto di Santos, stato di San Paolo, Brasile. Quero, così chiamato perché sua madre, una prostituta, è morta dopo aver bevuto del kerosene, è un orfano di madre (e che non sa neppure chi sia suo padre) che cresce lì, un po' per strada, tra i container e le banchine, un po' nel bordello dove la madre lavorava. Non vuole lasciarsi ingabbiare dal FEBEM, una sorta di progetto correzionale per adolescenti che hanno commesso infrazioni, né dalla droga, tanto meno dai poliziotti (corrotti) che lo perseguitano. Naturalmente, non è per niente facile.
Trasposizione del libro del 1976 Uma Reportagem Maldita - Quero, di Plínio Marcos, libro già adattato con Barra Pesada (1977), Quero segna il debutto alla regia di Cortez e nella recitazione del giovane Maxwell Nascimento (Quero). Sceneggiato dallo stesso regista e da due esperti, Luiz Bolognesi ma soprattutto Bráulio Mantovani, che ha messo lo zampino in tutte le cose migliori arrivate oltre confine dal Brasile (Cidade dos Homens, City of God, Tropa de Elite, Tropa de Elite 2, L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza), il film risulta piuttosto prevedibile, anche se si basa su una storia cruda, composta da passaggi intensi, che non lasciano indifferenti. La recitazione del cast, e quindi il tenore del film stesso, tende ad andare un po' troppo sopra le righe; la fotografia è più che accettabile, la tecnica di regia discreta.
Nel cast, da segnalare tre attori che erano anche nel cast dell'ottimo Carandiru: Ailton Graça (qui Brandao), Maria Luísa Mendonça (qui Piedade) e Milhem Cortaz (qui Sr. Edgar), quest'ultimo sempre ottimo, da me segnalatovi più volte per le sue prove anche nei due Tropa de Elite (oltre a quella davvero degna di nota in Carandiru, appunto).
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