No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.
20060313
una domenica bestiale
12 marzo 2006
Il calcio è una passione insana, si sa. Poi, ci sono casi e casi. Il nostro caso, a Livorno, è abbastanza particolare, e, anche se non unico, piuttosto raro. Rapido riassunto per chi non è così informato: 2 anni fa siamo tornati in serie A dopo 55 anni di assenza. Diciamo 2/3 generazioni. Quelli che sono, come me, intorno ai 40 anni, hanno avuto il piacere (paradosso) di arrivare (paradosso), grazie a 4 fallimenti della società e una serie, che pareva interminabile, di presidenti (o sedicenti tali) scriteriati (eufemismo), fino alla categoria dell'Eccellenza. Qualcuno (come me, per esempio) era convinto di essere condannato a rimanere per sempre nel limbo poco conosciuto della serie C (1 o 2, a scelta), e quindi andava avanti seguendo la sua squadra di preferenza nella massima serie, preferibilmente una di quelle che non tutti gli anni si deve preoccupare della retrocessione (a quello ci pensava il Livorno, ogni tanto). Negli ultimi anni, ci è sembrato di vivere un sogno che non finiva mai. La serie B tanto agognata, e già sembrava un traguardo, un posto dove mettere radici solide e vivere la propria dimensione dopo anni di purgatorio, un giocatore mai visto, sia a livello umano che a livello tecnico (Igor Protti), che si sentiva ormai livornese. All'improvviso, l'incoscienza: un altro giocatore potenzialmente fortissimo ma mai esploso completamente, che però aveva dalla sua la nascita "di scoglio", livornese al 100%, Cristiano Lucarelli, fa carte false per scendere di categoria e giocare nel Livorno in serie B; Protti, già più volte sul punto di lasciare per raggiunti limiti di età, rimane quasi eslusivamente per giocare in attacco con Cristiano. Nonostante le premesse, non sembrava vero. E invece, arriva: la serie A, al termine di un campionato incredibile, col tandem Protti/Lucarelli che sfonda le reti a colpi di gol. Dopo un primo campionato relativamente tranquillo (quello dello scorso anno), nonostante un cambio di allenatore, alcuni tormentoni estivi, e un calo di rendimento pauroso nelle ultime giornate, quest'anno partiamo alla grande e ci proiettiamo, inaspettatamente, verso le prima posizioni della classifica (le prime tre, si sa, sono già assegnate in Italia; chissà perchè). Non ci si crede. In gennaio, in coincidenza del mio viaggio in Sud America, un calo di rendimento pauroso (ripetizione, ma anticipata), e alla fine, una pantomima esistenziale, interprete principale il presidente Aldo Spinelli, personaggio non catalogabile, che "costringe" l'allenatore Roberto Donadoni a dimettersi. Al suo posto Carletto Mazzone, osannato dai media, a mio parere solo perchè divertente e anzianotto.
Mi sono dilungato anche troppo. Andiamo ai fatti di oggi. Decidiamo di seguire la squadra nella trasferta di Parma, ritrovo alle 9,30 nel parcheggio antistante lo stadio di Livorno. Siamo un gruppo eterogeneo, ci siamo conosciuti su un sito dedicato al Livorno calcio. Siamo diventati buoni amici. Dal sud della provincia arrivano Gigio e Ari, sul loro Kangoo, e portano con se Antonello, Andrea e Alessio. Anch'io, come sapete, arrivo leggermente da sud, mi alzo alle 8,30 e parto alle 9 da Rosignano. A Livorno ci aspettano Ivano, che per l'occasione si è fatto prestare un Gran Cherokee (5200 a benzina, ma con impianto a metano), Linda ed Emiliano. Per l'andata, Antonello sale sul Cherokee insieme a me, Emi e Linda (Ivano alla guida, of course). Prima tappa, il bar LEF in via Marradi, dove durante la settimana fa colazione Cristiano Lucarelli. Come spesso succede, il bar-pasticceria è colmo di gente. Oltre alla colazione, i più comprano delle schiacciatine per il pranzo. Sfortunatamente per me, la domenica non ne preparano di vegetariane. Mi arrangerò. Alle 10 partiamo alla volta della città della Certosa. Primo inconveniente, una macchina che sta scaricando qualcosa ferma nel mezzo di strada ci fa perdere quasi 5 minuti. Fa niente, si fanno due risate con Emi che scende e chiede se per il secondo tempo ci fanno passare. Imbocchiamo l'autostrada Livorno-Genova al casello di Stagno, e maciniamo chilometri in allegria. All'altezza di Carrara in macchina risuona l'Internazionale, e si parla di politica. Non si pensa già più al fatto che Lucarelli non sarà della partita per un risentimento muscolare. La squadra ha già dimostrato più volte che, se vuole, ha un cuore grande, e il Parma non fa così paura, nemmeno tra le mura amiche. All'altezza di La Spezia imbocchiamo l'autostrada della Cisa, e scrutiamo il tempo all'orizzonte: le previsioni sono contrastanti. Io spero in una giornata di timido sole, ma c'è chi preannuncia pioggia. Non mi sono premunito. Ascoltiamo la ormai storica intervista di Luttazzi a Marco Travaglio. Le nuvole si addensano, e subito dopo Pontremoli, più che pioggia, quella che comincia a venir giù sembra proprio neve. Non ci credo. Si fa sempre più intensa, finchè la coda ci costringe a fermarci completamente poco prima di una galleria. Passano 10 minuti, e la caduta dei fiocchi si trasforma in una tormenta. Passano altri 20 minuti e la situazione non si sblocca, passano auto della società autostrade, un carro attrezzi, un camion dei Vigili del Fuoco. A questo punto, l'incidente è scontato. Qualcuno comincia a fare inversione, aiutato da un passaggio sull'altra carreggiata aperto nelle vicinanze. Dopo circa un'ora (sono quasi le 12), decidiamo anche noi di tentare quella soluzione. Ci avviamo di nuovo verso Pontremoli. Usciamo dall'autostrada e un cartello dice che dobbiamo seguire alcune indicazioni ed arrivare al casello di Berceto per rientrare in autostrada. La neve continua a scendere a tratti, sul percorso ce n'è in abbondanza. Saliamo fino al passo della Cisa, poi scendiamo di nuovo, la strada è quella tipica di montagna. Ivano deve trovare un distributore di metano, ne è rimasto poco nei serbatoi, ma, al limite, passiamo a benzina. Salgono le preoccupazioni di non arrivare in tempo per la partita. Il morale però rimane alto. Alcune indicazioni poco chiare, ma riusciamo ad arrivare al casello di Berceto; poco prima, facciamo benzina, nell'evenienza sempre più probabile di non trovare metano. Al casello di Berceto però, l'ingresso è chiuso anche a chi va nella direzione di Parma. Chiediamo ad una pattuglia della polizia stradale, che sembra poco informata. Ci dicono che dobbiamo andare al casello di Fornovo, proseguendo per la statale. Giramento di scatole. Torniamo a Berceto. Ad un bivio, da una parte si va verso Fornovo, dall'altra verso Parma. Spinti dallo spirito di avventura, prendiamo per Parma. Dopo una serie di tornanti, si intravede l'autostrada, e qualcuno ci sta viaggiando. Non si capisce bene il perchè. Dopo un'altra serie di tornanti, ricomincia a nevicare. Dopo un'altra serie di tornanti, dentro il Cherokee si comincia a sentire uno strano odore di bruciato. Ci fermiamo molto preoccupati. Ivano assicura che il giorno prima ha rabboccato tutti i livelli. Però sul cruscotto, una spia dice check engine, e non è bello. E se fosse finito il gas? Proviamo a passare a benzina e ripartiamo. Il puzzo non si sente più, forse era il gas che stava finendo. Arriviamo al casello di Fornovo e, finalmente, rientriamo in autostrada. Sono le 13 passate, e gli altri si sono mangiati le schiacciatine. Più che affamato, sono geloso. L'autostrada ci fa recuperare tempo. Chi c'è già stato, non ricorda bene quale uscita prendere per lo stadio, quindi usciamo alla prima che troviamo: Parma Ovest. Chediamo al casellante, che ci dice che ci sono ancora 7/8 chilometri. Nel frattempo, dalla neve si è passati ad una pioggerellina che mi preoccupa alquanto. I tergicristalli del Cherokee, notiamo, non sono propriamente perfetti. Non si vede una indicazione per lo stadio. Ci fermiamo ad un distributore e chiediamo. Un tipo sospetto si offre di guidarci, e lo fa. Ringraziamo a colpi di clacson. Arriviamo nei pressi del Tardini, chiediamo quanto dista, alcuni signori parmigiani ci consigliano di parcheggiare ed andare a piedi, stanno andando anche loro allo stadio. Lasciamo le auto e ci uniamo al corteo misto verso lo stadio, ognuno con la sciarpa della sua squadra del cuore. Questo è lo sport. Una serie di vie che ci paiono tutte uguali, qualche informazione a vigili urbani, poliziotti, locali, e arriviamo all'ingresso del settore ospiti. Abbiamo la netta impressione di essere arrivati tra i primi. Infatti, chiamo il mio amico Federico, che è in viaggio con uno dei bus organizzati, e deve ancora arrivare. Accurata perquisizione da parte di gentili poliziotti, poi gentili inservienti che introducono per noi i biglietti nelle apposite macchinette, dopodiché, possiamo far girare i famosissimi e introvabili tornelli: se non sbaglio, dovevano essere montati in tutti gli stadi italiani, ma quello di Parma è l'unico che li ha. Siamo dentro. C'è un bar: finalmente posso mangiare e bere. Forse. Al bar, solo panini al prosciutto. In effetti, siamo a Parma. Facile fare panini al prosciutto (di Parma), difficile farli col parmigiano (di Parma). Mi oriento su due pacchetti di patatine. Classiche. Divido una coca cola con Ivano. Ricomincia a nevicare. Fiocchi timidi. Mancano 5 minuti alle 15. Saliamo nel settore. Siamo nell'angolo dei cattivi. Ma si vede meglio che a Firenze, siamo più vicini al campo, almeno. Facce conosciute tutto intorno. Entrano le squadre, i nostri ci salutano, Fabio Galante è il primo. La neve si fa più insistente e grossa. Almeno bagna meno della pioggia, accontentiamoci. Mancano ancora tanti tifosi, tra l'altro quelli più caldi, e i cori sono timidi e disorganizzati. Nonostante Mazzone si dimostri ancora una volta molto timoroso, schierando Bakayoko unica punta, supportata in teoria da Colucci mezzapunta, siamo noi che comandiamo il gioco, facciamo possesso palla, tentiamo di imbastire trame soprattutto sulla fascia destra. Il Parma agisce unicamente in contropiede, e appare in palese difficoltà sulle mischie nella loro area. E' una partita da vincere, e rischiamo davvero di andare in gol in almeno 2/3 occasioni. Prendiamo anche un palo dopo due ribattute sulla linea, Morrone e Bakayoko sono quelli che sembrano crederci di più. A pochi minuti dalla fine del primo tempo, la doccia fredda: contropiede del Parma, forse in fuorigioco (da dove siamo noi di certo non si può giudicare), uno dei nostri sgambetta un loro attaccante lanciato a rete (pare un paio di metri fuori dall'area di rigore), rigore. Tiro, gol. 1 a 0 per loro. Continua a nevicare. Ci facciamo più cattivi, e dopo alcuni minuti da un cross nostro ancora dalla destra, nasce un rigore per noi, causato da un tocco di mano di un difensore parmense. Tira Bakayoko, e segna. Fa una capriola, viene sommerso dall'abbraccio dei compagni proprio sotto di noi, poi rimane da solo, ci guarda, alza i pugni al cielo, raccoglie gli applausi, si prende la maglia all'altezza del petto con due mani e se la porta alla bocca. Commovente Baka. Le squadre vanno negli spogliatoi, la nevicata si attenua. Commenti sparsi. Pare che, su Sky, mi abbiano inquadrato, insieme agli altri accanto a me. Anche questa domenica. Devo pensare seriamente a contattarli per chiedergli qualcosa, diritti d'immagine o roba del genere. Al limite, ci accordiamo per passare il mio numero di cellulare in sovrimpressione, magari qualche disperata chiama per conoscenza. Aprono la metà della curva, accanto al settore dove siamo, ci trasferiamo in massa, si vede leggermente meglio. Si attenua la neve, fortunatamente non si trasforma in pioggia, rientrano le squadre in campo, si ricomincia. Più o meno, solito copione del primo tempo. Non ci riesce buttarla dentro, e il Parma sembra un puglie frastornato. Nessun cambio, e questa è la cosa più grave. Ho i piedi marmorizzati dal freddo. Si prosegue mentre il Chievo perde ad Empoli e la Roma perde ad Ascoli (ma, oltre all'unica società di serie A che continua a fare gli abbonamenti per una giornata meno di quelle totali, abbiamo per caso l'unico stadio di serie A senza il tabellone elettronico?). Morrone monumentale come sempre. Corre, recupera, tira, lotta, impreca, si dispera. Verso la mezz'ora si spoglia Palladino. Perchè non entra? Perchè non prima? Al 35esimo doccia fredda: errore difensivo corale, Corradi sbaglia il tiro, arriva Bresciano e ce la mette dentro. In tutti i sensi. Entra Palladino al posto di Ruotolo, e, di corsa, Cesar Prates al posto di Coco. Questi cambi prima ritardati, poi fatti in fretta e furia per come si è messa la situazione, non mi piacciono per niente, mi sanno di idee poco chiare, di confusione, di approssimazione. Palladino si dà da fare, crea spazi, fa movimento, dribbling, ma ormai la partita è segnata e manca un niente alla fine. E la fine arriva, ingloriosa. Vengono chiamati i giocatori sotto la curva, vengono redarguiti con un "tirate fuori i coglioni", Colucci e Passoni tirano le maglie che, con un chiaro segnale, gli vengono tirate indietro. Attendiamo l'ok delle forze dell'ordine per uscire dallo stadio, e ci incamminiamo verso le macchine. Tentiamo di ricostruire il nostro percorso all'inverso, sbagliamo (sbaglio, sono in testa al gruppo) ma in pratica accorciamo il percorso. Arrivo per primo al parcheggio e ho una visione orribile: Ivano ha lasciato i fanali accesi. Prevedo terribili conseguenze, infatti il Cherokee non parte. Ricerca cavi batteria, dopo un paio di tentativi infruttuosi di metterla in moto a spinta. Da notare che tra tutti i livornesi presenti con le auto nel parcheggio, nessuno ha i cavi da batteria. Li troviamo da un ragazzo di Parma. Mettiamo in moto tramite il Kangoo di Gigio, tutto a posto, facciamo 5 metri e il Cherokee si spegne di nuovo. Emi corre a placcare il parmense coi cavi, rimettiamo in moto nuovamente, Emi ha il colpo di genio: offriamo 10 euro al ragazzo per comprargli i cavi. Non si sa mai. Affare fatto. Facciamo stare in moto il Cherokee un po' prima di ripartire, al momento di ripartire però, sembra ci sia un problema alle ruote posteriori: sembrano bloccate del freno a mano, ma il freno a mano non è tirato. Situazione che miracolosamente si risolve, partiamo. Antonello va in macchina con gli altri. La macchina non si spegne più, andiamo verso l'autostrada, la prendiamo all'uscita di Parma sull'A1, invece che a Parma Ovest, evidentemente più vicina allo stadio. Perdiamo l'occasione per rifornire il metano, sull'autostrada non ce n'è possibilità, mentre c'era un distributore di metano aperto vicino a Parma Ovest. Nessuna voglia di uscire e rientrare dall'autostrada. Imbocchiamo la Cisa, e ci fermiamo al primo autogrill, il mio preferito, proprio a livello sentimental-tradizionalista: Medesano. Mangiamo, beviamo caffè, ci guardiamo intorno vedendo quasi solo livornesi. Sorrisi amari, ma sorrisi. Facciamo ancora benzina (col 5.200 a benzina fai un po' te), e facciamo rotta su Livorno. Stanchezza che incombe. Si sale, temperature sotto lo zero, ricomincia a nevicare ma la strada è pulita. Un po' di rallentamenti verso Berceto, ma si scorre. Si ascolta un po' di radio, si mandano sms, si fanno e si ricevono telefonate, si commenta stancamente la partita. Ci sentiamo con l'altro equipaggio, tireranno dritto con l'autostrada fino all'uscita finale di Rosignano, poi verso casa. A presto. Emi e Linda, as usual, mi invitano a casa loro per cena e partita serale, dentro di me come sempre mi commuovo un po', rifiuto gentilmente, l'orario è buono, ce la faccio a passare da mia sorella per vedere un po' mio nipote. Arriviamo sotto lo stadio di Livorno verso le 20,30. In verità, un po' amareggiati. Contratto con Emi, gli dò 10 euro e mi prendo i cavi comprati dal parmense. Ci salutiamo e ognuno va per la sua strada di casa.
10 euro per i cavi della batteria non sono mica male!!
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9 commenti:
grande!
l'anno prossimo entri nelle nominations degli oscar!
ecco le prove!!
che bella giornata
intensa
MAREMMA MPESTATA, ogni volta che vi movete in branco ce n'è una...........ma na visitina a MONTENERO NO?
Beato te Jumby che un t'incazzi guasi mai.....
A me mi par d'èsse cariato a molla...
Per chi non ci crede ecco il filmato della trasferta
http://www.mytempdir.com/514168
come fanno a catturare l' immagine?
io pensavo fosse foto con incollato il bollino di skio!
idee?
buzzo
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