Bitch Slap – Le superdotate – di Rick Jacobson (2011)
Giudizio sintetico: da evitare (1/5)
Giudizio vernacolare: soffete porno
Hel, Camero e Trixie sono tre procaci ragazze che si mettono “in società” per qualcosa di losco: almeno, così pare, visto che il film inizia con le tre che rapiscono Gage, un poco di buono legato ad un’organizzazione criminale che fa capo al temibile ma sfuggente Pink. Hel pare la più determinata, mente fredda e rapidità di decisione; Camero è la muscolare del gruppo, ed è quella che da subito dà l’idea di avere decisamente tendenze lesbiche. Trixie è una spogliarellista che apparentemente non ha un’intelligenza sopraffina, ma è senza dubbio la più sensuale del terzetto.
Stanno cercando qualcosa che è nascosto vicino ad un ranch nel deserto californiano, ma Gage non sembra volerle aiutare. Camero si innervosisce ed uccide Gage. Il telefono dell’uomo si mette a squillare: è Pink. Poco dopo arriva anche un poliziotto. Le cose si complicano.
Cosa ci si poteva aspettare dal regista di Xena principessa guerriera come pure di molti episodi di Baywatch? Niente, appunto, o al massimo una sorta di soft-porno. La cosa più avvilente è che questo film sia accostato (come fa ad esempio la scheda Wikipedia) ad un capolavoro come Faster, Pussycat! Kill! Kill!, film citato da molti ma chissà visto da quanti.
Una trama che non sta in piedi, ma girata alla Memento, una fotografia stupenda, questo va detto, tre attrici al limite del presentabile (ma sto parlando del lato recitativo, non certo di quello estetico), e che naturalmente recitano costantemente sopra le righe, espedienti a volte ridicoli (il ralenti infinito nella scena dei gavettoni tra le tre, per esaltare l’effetto bagnato dei corpi procaci), e una durata infinita, snervante, che lo rende oltremodo pesante. C’è veramente poco da salvare.
Giudizio vernacolare: soffete porno
Hel, Camero e Trixie sono tre procaci ragazze che si mettono “in società” per qualcosa di losco: almeno, così pare, visto che il film inizia con le tre che rapiscono Gage, un poco di buono legato ad un’organizzazione criminale che fa capo al temibile ma sfuggente Pink. Hel pare la più determinata, mente fredda e rapidità di decisione; Camero è la muscolare del gruppo, ed è quella che da subito dà l’idea di avere decisamente tendenze lesbiche. Trixie è una spogliarellista che apparentemente non ha un’intelligenza sopraffina, ma è senza dubbio la più sensuale del terzetto.
Stanno cercando qualcosa che è nascosto vicino ad un ranch nel deserto californiano, ma Gage non sembra volerle aiutare. Camero si innervosisce ed uccide Gage. Il telefono dell’uomo si mette a squillare: è Pink. Poco dopo arriva anche un poliziotto. Le cose si complicano.
Cosa ci si poteva aspettare dal regista di Xena principessa guerriera come pure di molti episodi di Baywatch? Niente, appunto, o al massimo una sorta di soft-porno. La cosa più avvilente è che questo film sia accostato (come fa ad esempio la scheda Wikipedia) ad un capolavoro come Faster, Pussycat! Kill! Kill!, film citato da molti ma chissà visto da quanti.
Una trama che non sta in piedi, ma girata alla Memento, una fotografia stupenda, questo va detto, tre attrici al limite del presentabile (ma sto parlando del lato recitativo, non certo di quello estetico), e che naturalmente recitano costantemente sopra le righe, espedienti a volte ridicoli (il ralenti infinito nella scena dei gavettoni tra le tre, per esaltare l’effetto bagnato dei corpi procaci), e una durata infinita, snervante, che lo rende oltremodo pesante. C’è veramente poco da salvare.