Bronson - di Nicolas Winding Refn (2009)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: popo' di svarvolato lulì
Michael Gordon Peterson, nato il 6 dicembre del 1952 in Galles, ma cresciuto a Luton, è stato definito il carcerato più pericoloso d'Inghilterra. Se, con un minimo di conoscenza dell'inglese, provate a leggere la sua scheda Wikipedia, nell'immediato vi farete delle sonore risate, in seguito vi domanderete come si diventa un tipino così. Cotanto personaggio, seppur ancora vivo e vegeto (2500 flessioni al giorno, decine di libri all'attivo, poeta, pittore e maniaco del fitness, due matrimoni alle spalle e pure un figlio, 34 anni di carcere dei quali 30 in isolamento, condanna all'ergastolo), si merita pure un film. E così, in Inghilterra glielo hanno dedicato, ma il regista è, pensate, danese.
Ammetto la mia ignoranza, sia sul personaggio, sia sul regista (ma prometto di rifarmi nel prossimo futuro). Il film è di quelli belli strani, e non è quindi per tutti, ma giusto per chi vuole osare un tuffo nella sperimentazione e non si spaventa davanti a scene di una certa violenza. La messa in scena denota, oltre che uno stile alla Guy Ritchie, una forte influenza teatrale, la fotografia è spesso esasperata. Il personaggio Bronson/Peterson è dipinto come un ceffo che sembra uscito più dagli anni '20 che dai '70. Non cerca, né lui, né il film, di giustificare le sue scelte: sta allo spettatore giudicare. Siamo naturalmente di fronte a un matto con fortissima tendenza al sado-masochismo, che vive la prigione come un divertimento, non perde occasione per picchiarsi con i secondini, possibilmente completamente nudo, e non risparmia neppure chi pare considerarlo come una persona e non come un carcerato. Da quello che sembra, molte parti della sua vita (sembra un paradosso, per uno che ha passato praticamente tutta la vita dentro, ma è proprio così) sono state tralasciate, ma il lavoro coraggioso del regista, a mio parere va apprezzato. Il film, tra l'altro, fa molto ridere, in primis perchè il personaggio è davvero irresistibile.
Tutto il cast recita con una impostazione teatrale, come detto, quindi molto sopra le righe, ma il lavoro (recitazione, corpo e linguaggio) del protagonista Tom Hardy è, lasciatemelo dire, straordinario.
Film non uscito in Italia, ma presentato al Torino Film Festival nel novembre dello scorso anno.
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