Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Il film è ambientato ad Arnhem Land, in un'epoca separata dall'influenza occidentale, e racconta la storia di un gruppo di dieci uomini in un tradizionale contesto di caccia. Il leader del gruppo, Minygululu, racconta al giovane Dayindi la storia di un altro giovane ancora più indietro nel tempo che, come Dayindi, desiderava la moglie più giovane del fratello maggiore. Le sequenze con Dayindi e la caccia sono in bianco e nero, mentre le riprese ambientate in un lontano passato sono a colori.
Minygululu racconta la storia del grande guerriero Ridjimiraril, che sospetta che uno sconosciuto in visita abbia rapito la sua seconda moglie. Sbagliando persona, Ridjimiraril uccide un membro di una tribù vicina. Per prevenire una guerra totale, le leggi tribali impongono che la tribù incriminata consenta all'autore del reato di essere trafitto a distanza da individui della tribù dell'uomo ucciso.
Film intrigante, e non poteva essere altrimenti: nato da una discussione tra de Heer (regista australo-olandese decisamente particolare) e David Gulpilil (grande attore aborigeno) su una fotografia di dieci canoisti che attraversano la palude di Arafura, scattata dall'antropologo Donald Thomson nel 1936, è il primo film in assoluto interamente girato nelle lingue aborigene australiane. Il film è in parte a colori e in parte in bianco e nero, in stile docudrama e in gran parte con un narratore (lo stesso Gulpilil) che spiega la storia. Che è semplice, ma di grande impatto etico.
Intriguing film, and it could not be otherwise: born from a discussion between de Heer (a very particular Australian-Dutch director) and David Gulpilil (great aboriginal actor) about a photograph of ten canoeists crossing the Arafura swamp, taken by the anthropologist Donald Thomson in 1936, is the first film ever shot entirely in the Australian Aboriginal languages. The film is partly in color and partly in black and white, docudrama style and largely with a narrator (Gulpilil himself) explaining the story. Which is simple, but of great ethical impact.
Film intrigante, e non poteva essere altrimenti: nato da una discussione tra de Heer (regista australo-olandese decisamente particolare) e David Gulpilil (grande attore aborigeno) su una fotografia di dieci canoisti che attraversano la palude di Arafura, scattata dall'antropologo Donald Thomson nel 1936, è il primo film in assoluto interamente girato nelle lingue aborigene australiane. Il film è in parte a colori e in parte in bianco e nero, in stile docudrama e in gran parte con un narratore (lo stesso Gulpilil) che spiega la storia. Che è semplice, ma di grande impatto etico.
Intriguing film, and it could not be otherwise: born from a discussion between de Heer (a very particular Australian-Dutch director) and David Gulpilil (great aboriginal actor) about a photograph of ten canoeists crossing the Arafura swamp, taken by the anthropologist Donald Thomson in 1936, is the first film ever shot entirely in the Australian Aboriginal languages. The film is partly in color and partly in black and white, docudrama style and largely with a narrator (Gulpilil himself) explaining the story. Which is simple, but of great ethical impact.
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