Heima - di Dean DeBlois 2007
Giudizio sintetico: imperdibile per i fans ma interessante anche per chi non li conosce o non li ama
Un fan di spalle con una maglia del Barcelona di Gudjonsen. I Sigur Ròs che tornano a casa, in Islanda, dopo un tour mondiale pieno di successi ma anche di rumore mediatico, interviste, promozione, tutte cose che a loro pare interessino fino ad un certo punto. I Sigur Ròs che cercano di ritrovare la loro intimità, la loro dimensione naturale, quella familiare ed amicale, che, è evidente, si adatta a quattro disadattati come loro.
L'Islanda, questa terra magica, panorami meravigliosi e senza tempo, un po' come l'abbigliamento dei suoi abitanti (cit.). Loro, i Sigur Ròs, accompagnati dalle fedeli (ora non più) Amiina, che suonano la loro musica da sogno nelle piazze dei paesini islandesi, insieme con la banda del posto o con il coro locale di musica e canti tradizionali. Loro che suonano dentro una vecchia fabbrica, uno scenario post-industriale inquietante, loro che suonano in mezzo ad un prato vicino ad un luogo dove i politici vogliono costruire una diga che darà elettricità, e quindi ancora loro che suonano completamente in acustico perchè protestano contro la costruzione della diga, e sarebbe un controsenso suonare con l'aiuto dell'elettricità. Loro che suonano in uno spiazzo in mezzo ad un bosco. Tanti spettatori di tutte le età, dai poppanti che gattonano a malapena e che si arrampicano ai bordi del palco o che si aggirano tra i musicisti, bambini che fanno volare aquiloni nel cielo, vecchiette curiose, i Sigur Ròs che suonano dentro locali dove le persone assistono al loro concerto sedute ai tavoli bevendo the, latte, e mangiando pasticcini e dolci locali.
I quattro Sigur Ròs intervistati che parlano questo inglese con un accento marcato e pesante, loro quattro che paiono più dal dentista che davanti ad una telecamera, ai quali escono le parole con reale difficoltà, mentre le Amiina sono un po' (ma solo un po') più sciolte.
Il concerto finale a Reykjavik con il palco e lo spettacolo di luci e teloni, lo stesso che abbiamo visto anche noi durante l'ultimo tour, con l'esplosione finale rumoristica ed elettrica, che fa da contraltare all'intimità del documentario fino a quel momento.
Fotografia che lascia senza fiato, montaggio perfetto, regia indovinata e suggestiva. Un documentario bellissimo per una band all'avanguardia, che ha creato un genere, e alla quale appartengono già grandi classici; sullo sfondo, una terra, come già detto, magica.
Da non perdere.
Grazie all'autrice dell'osservazione che cito.
3 commenti:
già sai...
giassò
questo post è citato qui:
http://www.wikio.it/cultura/cinema/film/heima
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