No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20131226

and I'm not afraid to die

Live from KCRW - Nick Cave and the Bad Seeds (2013)

Uno, distrattamente, potrebbe dirsi "mah, un altro disco dal vivo di Nick Cave e i Bad Seeds... e chissenefrega". E sinceramente, all'inizio è un po' il ragionamento che ho fatto io. Sbagliando, ovviamente, e come sapete solo i pazzi e gli ottusi non cambiano mai idea.
Se fate una breve ricerca su questo blog, piazzando "nick cave" nella finestrella in alto a sinistra e premendo la lente a lato, noterete come l'artista di origini australiane sia uno dei musicisti più citati.
Potrei dire un sacco di cose, a proposito di Nick, molte delle quali già dette anche da me, a proposito di questo disco, della parabola esistenziale e creativa, del fatto che prima era creativo e arrabbiato e punk e dark e carismatico e fenomenale, e di quello che adesso non è più punk ma è ancora carismatico, fenomenale, è divertente, caustico, cabarettistico, ma la verità è una e una sola: questo disco è stupendo, fatto di canzoni stupende suonate in versioni stupende, a tratti stupefacenti, delicate, intense, belle in un modo che fa quasi male.
E' innegabile che l'impatto violento si sia attenuato moltissimo, lungo l'arco della carriera musicale di King Ink e dei suoi pards, ma come si fa a criticarli se poi riescono a regalarci pezzi così, dall'eguale intensità seppur l'impatto "frontale" sia inverso rispetto ai primi periodi? E direi che non è tutto, se si ascolta quello che riescono a fare di un pezzo come The Mercy Seat (per i profani, è da questo testo che trae spunto il titolo del post), una volta apice devastante delle esibizioni dal vivo, capace di una carica travolgente quanto uno tsunami, adesso capolavoro piano e voce (ed archi) dalla profondità degna di una Fossa delle Marianne.
Registrato il 18 aprile di quest'anno, negli studi Apogee di Santa Monica, Los Angeles, California, della KCRW, famosa radio statunitense (appunto) della zona di Los Angeles, per la quale "lavora" anche, tra gli altri, Henry Rollins, in un day off della band nella settimana tra le loro due esibizioni al Coachella Festival, Live from KCRW è un documento che dimostra come si possa cambiare pelle senza perdere la dignità, e anzi, acquistare carisma e non sintomatico mistero, bensì informalità.
La tracklist del CD prevede 10 pezzi, quattro dall'ultimo Push the Sky Away (Higgs Boson Blues, Mermaids, Wide Lovely Eyes, Push the Sky Away), più estratti dall'infinito repertorio: Stranger Than Kindness da Your Funeral... My Trial (1986), The Mercy Seat (appunto), da Tender Prey (1988), Jack the Ripper da Henry's Dream (1992; fate attenzione a cosa dice Nick all'indirizzo di Jim Sclavunos immediatamente prima di partire per l'esecuzione di questo che è il pezzo conclusivo, spesso anche nei concerti "normali"), People Ain't No Good e Far From Me da The Boatman's Call (1997), e And No More Shall We Part dal quasi omonimo del 2001. Due inediti sono presenti nella versione in vinile: God Is in the House (No More Shall We Part) e probabilmente la mia canzone preferita (anche se ammetto che con Nick Cave è, almeno per me, un'impresa alquanto ardua), Into My Arms (The Boatman's Call). Una scaletta, tra l'altro, estremamente equilibrata, che può funzionare anche come Greatest Hits. Non siete in ritardo per un regalo, mai, soprattutto con "roba" di questa fattura.
Allego il video ufficiale di Higgs Boson Blues, versione Push the Sky Away ma rilasciato immediatamente dopo l'uscita di questo live.

2 commenti:

exit ha detto...

A me l'ha portato Babbo Natale. Confermo tutto quello che hai scritto.

jumbolo ha detto...

ti invidio il babbo natale cool