No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20140225

Kerpen (Germania) - Febbraio 2014

Ebbene si: ho deciso che scriverò qualche riga anche su questo viaggio di lavoro. Non ci sono foto né molto da raccontare in realtà, sono più sensazioni. E poi, che ne so, magari dovete andare in quella zona (spero per voi di no), così vi posso dare delle dritte.
Dunque, per lavoro, io e due colleghi, uno dei quali legge assiduamente il blog (l'altro sporadicamente, se ho capito bene), dovevamo andare nell'amena località di Kerpen, cittadina di oltre 60mila abitanti nella regione della Renania Settentrionale-Vestfalia, in Germania. Non lontana da Koln, e neppure da Dusseldorf, Kerpen è famosa soprattutto perché sulla sua pista di kart hanno mosso i primi "passi" Michael e Ralf Schumacher (se non ho capito male non sono nati lì ma lì hanno vissuto i loro primi anni di vita), e pure Sebastian Vettel. 
La cittadina non è lontana dai confini con Belgio e Olanda. Ora, l'aeroporto più vicino sarebbe quello di Koln-Bonn, ma da Pisa non è servito (Germanwings dal 27 marzo); ottimo sarebbe stato pure arrivare a Dusseldorf-Weeze, e uno potrebbe credere che Ryanair ci vola, da Pisa, eppure il servizio comincerà dall'1 aprile. Ecco quindi, che dopo aver verificato le opzioni (naturalmente ritenendomi un poco esperto, e divertendomi a fare ciò, mi sono autoaffidato il compito di organizzare e prenotare la logistica), decido di affidarmi ancora a Ryanair e di far volare me e i miei colleghi per Charleroi (Bruxelles, o meglio ancora Gosselies), prenotare un'auto a noleggio (ultimamente preferisco AVIS) e con quella, dirigerci su Kerpen: un paio d'ore di viaggio ulteriore.
Siamo quindi partiti nel primo pomeriggio di giovedì 13, arrivando a Charleroi verso le 19. A Charleroi, qualcuno se ne ricorderà, c'ero passato nel 2008. Non è cambiato niente, ma il traffico di passeggeri è triplicato. In pratica, è uno degli hub più importanti per Ryanair, e la distesa di auto nel parcheggio degli autonoleggi è impressionante. Se vi interessa, dovete uscire dall'aeroporto, andare a destra verso gli ascensori, e scendere di un piano. Espletate le formalità, saliamo in auto e (ho richiesto, come optional, il gps) partiamo alla volta di Kerpen. Non piove, ma è già buio pesto, ed ha piovuto molto anche qui. Solito paesaggio verde ma un po' triste, e solita illuminazione straordinaria sul tratto autostradale di competenza belga. Per chi non lo sapesse, in Belgio anche le autostrade hanno i lampioni, e probabilmente Sabien mi spiegò che i belgi stessi fanno battute auto-ironiche su questo fatto ("come si riconosce il Belgio dallo spazio? Dai lampioni sulle autostrade"). Asfalto non perfetto, ma ce ne fosse. Viaggiamo che è un piacere, la compagnia, non è piaggeria, è piacevole e divertente, e non mi costa per nulla guidare. Ci fermiamo ad un'area di servizio dopo Liegi, qualche decina di chilometri prima del confine con la Germania, per mangiare. Poca gente, servizio self service ma pietanze cucinate espresso e grande cortesia. Curiosità: uno dei colleghi scopre che la cassiera parla italiano. Durante il caffè ci dirà che è nata in Belgio, ma i genitori sono italiani, per cui ha conservato un discreto italiano (con accento diciamo belga, non meglio identificato). Ripartiamo e dopo poco, come detto, facciamo ingresso nella grande Germania, lo si capisce perché finiscono i lampioni. Ero convinto, chissà perché, che in Germania sulle autostrade non ci fossero limiti di velocità (mi pareva di averlo letto), e invece un collega mi fa notare che ci sono eccome, guarda i cartelli. E' vero. Proseguiamo, e avvicinandoci a destinazione non possiamo fare a meno di notare diverse aree industriali, una soprattutto, con una centrale elettrica enorme. Usciamo dall'autostrada e ci avventuriamo nel nulla, il navigatore ci guida e noi gli diamo retta ciecamente. Verso le 22 arriviamo a destinazione: sempre utilizzando il fido booking.com ho prenotato questo albergo, a metà tra l'agriturismo e il relax: se vi dovesse servire, sappiate che le camere sono moderne, grandi e comode (ma il materasso non è adatto per chi soffre di mal di schiena, cioè non è duro), il bagno è figo e le televisioni sono grandi e hanno sky. E la colazione non è affatto male. La tipa che ci riceve, a dispetto delle apparenze, è gentile. Ognuno in camera sua e sogni d'oro. 
Il mattino dopo ce la possiamo prendere con calma, mezz'ora prima dell'orario stabilito arriviamo sul posto (la zona industriale di Kerpen), incontro un collega spagnolo già conosciuto, conosco di persona una collega tedesca con la quale ormai da qualche mese mi sento giornalmente, e ne conosco un'altra con la quale avevo fatto conoscenza via email negli ultimi tempi. I titolari del luogo che dobbiamo visitare sono cortesi e professionali, gli scambi avvengono in inglese, la visita dura un paio d'ore abbondanti, si chiude con una breve riunione e ci viene offerto un buffet interessante, si riparte alla volta di Charleroi. Anche la Germania, almeno in questa parte, dà l'impressione di essere un luogo si molto verde, ma pure molto piatto, una sorta di Pianura Padana forse ancor più triste, ma certamente non lambita dalla crisi che ci attanaglia da qualche anno.
Si riconsegna l'auto con largo anticipo, ci aggiriamo nel minuscola zona dell'aeroporto antistante la zona imbarchi, poi passiamo i controlli. Curiosità: a uno dei colleghi sparisce la carta d'imbarco sotto il tunnel a raggi x, nella vaschetta dove vanno appoggiati i bagagli e gli oggetti personali di metallo e vari. Meno male ne ho un'altra copia, come che sia, portatela in tasca.
Ha cominciato a piovere al nostro rientro in Belgio, continua a piovere non forte. Volo tranquillo, sono a casa per le 21. Giro di telefonate per sincerarmi che in famiglia tutto vada bene (mio padre è ancora in ospedale, ma il recupero va piuttosto bene, pare), domattina si riparte.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Siccome 'un hai problemi di vaini ;-)) , ti sei scordato di sottolinea' che la cassiera ir caffè ce l'ha offerto lei!
Segno evidente che un po' d'Italia ni mancava..........

Artra nota di 'olore (scuro) è la CHIMAY BLUE scoppiata all'aeroporto....i Belgi fanno ride' ma la birra la sanno fa'!!!!

Bartelloni

jumbolo ha detto...

:))
ben vengano le tue precisazioni, per completezza e colore!

drunkside ha detto...

Per quello che ricordo, alcuni tratti delle autostrade tedesche sono senza limiti di velocità. Altri invece sì, una volta infatti ci fermò la stradale.