Che cosa voglio dire? Che ogni cosa che ti piace fare con lui deve passare dai suoi genitori. Così come l'abbonamento allo stadio, sono almeno 6 anni che tento di portarlo in aereo, ma alla fine non era mani andata a buon fine. Questa cosa di Valencia nasce mesi e mesi fa, anzi anni; Alessio è campioncino di karate ma anche alunno di quarta elementare e, recentemente, boy scout (lupetto), pare un po' per interesse e un po' perché ci sono un paio di bambine che gli piacciono. Ed è pure appassionato di natura, animali, pesci soprattutto, e di guinness, non nel senso della birra ma in quello di scienza, nell'accezione più grezza del termine (cose che all'apparenza paiono strane, questo è più forte di quello, eccetera).
A Valencia ci son stato non con Bonetti ma con degli amici nel 2007, e sembra ieri ma son passati quindi 7 anni. L'acquario, visto un po' di corsa, mi impressionò, e la zona "moderna" della Ciutat de les Arts i les Ciènces ancora doveva essere ultimata; visti i voli e le cose da vedere che potevano interessare al nipote, mi organizzo e, come vi ho già raccontato ieri, si decide alla svelta e si va.
Ultima avvertenza: Alessio non ha mai passato più di una notte lontano dai suoi genitori, e non ha mai volato.
Sabato pomeriggio tardi tutta la famiglia ci accompagna all'aeroporto di Pisa: mia sorella, mio cognato, mio padre in procinto di ricoverarsi. Si mangia un boccone e si passano i controlli, ci mettiamo ad attendere, ci imbarchiamo. Alessio sembra tranquillo, e si diverte a guardare dal finestrino. Il decollo lo entusiasma: la spinta dei motori è, anche per me, da sempre un momento sempre emozionante ed eccitante. Si chiacchiera, e una delle hostess, italiana, sembra prenderci in simpatia. Vende i biglietti per lo zoo di Valencia: li prendiamo, visto che al momento ho già comprato on line i biglietti per la domenica (acquario) e per il lunedì (museo delle scienza, una proiezione all'Hemisfèric). Lo zoo era un'opzione per la mattina/primo pomeriggio del martedì, giorno del volo di ritorno, che è nel pomeriggio inoltrato, e visto che i biglietti sono effettivamente scontati (avevo controllato i prezzi sempre on line), son presi bene e così abbiamo già schedulato il tutto. Naturalmente ho prenotato l'hotel, a due passi (son veramente due passi) dalla Ciutat. Arriviamo con leggero anticipo, son passate da poco le 22, e ci prendiamo un taxi, in meno di 20 minuti siamo all'hotel, ci sistemiamo e ce ne andiamo a dormire il sonno dei giusti. Alessio è preoccupato, perché, dice lui, è abituato ad addormentarsi con suo padre sul divano del salotto di casa sua, mentre guardano la televisione. Oltre a questa preoccupazione, c'è l'altra: che, appunto, alla televisione della camera d'albergo non ci siano canali ai quali è abituato. E invece, un po' sorprendendomi, gli vanno benissimo i canali classici (tipo Boing) di cartoni animati ma in castigliano, e perfino le olimpiadi invernali commentate sempre in castigliano. Si addormenta senza troppa fatica. Lo guardo e sento di aver fatto una bella cosa.
A me il Pont de l'Assut de l'Or ricorda una nave vichinga. Tra due dinosauri. La foto è mia. |
4 commenti:
7 anni...sembra ieri davvero...ho quasi una lacrimuccia...
capito? pareva ieri.
Boia ciccio...sembra ieri la prima volta ce ti vidi scendere dalla punto bianca sui colli romani (lacrimuccia 2). La cosa incredibile è che ti permetto ancora di rivolgermi la parola!!!! :D :D
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