No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20201210

Tango di Satana

Sátántangó - Di Béla Tarr (1994)
Giudizio sintetico: da vedere (4/5)

In un villaggio desolato del'Ungheria comunista, dopo il crollo di una fattoria collettiva, Futaki ha una relazione con la signora Schmidt, mentre viene svegliato all'alba dal suono delle campane della chiesa. Il signor Schmidt cospira con un altro collega per rubare i soldi degli abitanti del villaggio e fuggire in un'altra parte del paese. Mentre Futaki sta sgattaiolando fuori dalla casa di Schmidt, scopre i piani di Schmidt, dopo di che chiede di entrare a far parte del piano - tutto questo viene osservato da un uomo ubriaco solitario noto come il Dottore, che scrive gli eventi su un quaderno. Tuttavia, la cospirazione si interrompe quando si diffondono voci in tutto il villaggio secondo cui il carismatico e manipolatore Irimiás, un ex collaboratore che era stato presunto morto, sta tornando. Nel frattempo, Irimiás e la sua amica Petrina stringono un accordo segreto con un capitano di polizia in una città vicina per spiare la comunità.

Un film di sette ore sarebbe già una sfida di per sé; un film di sette ore in bianco e nero di Béla Tarr, famoso soprattutto per i suoi lunghissimi piani sequenza, per un cinefilo diventa una questione d'orgoglio. Mi sono preso una domenica e ce l'ho fatta, e devo dire che ve lo consiglio. Basato sull'omonimo romanzo di László Krasznahorkai, collaboratore frequente, diviso in 12 parti e seguendo lo schema del tango, ha trovate interessanti e recitazioni spontanee (molta improvvisazione), mette in scena tristezza, bassezza, poesia e dolore, pessimismo e nichilismo, e combatte il mito del falso profeta.

A seven-hour film would already be a challenge in itself; a seven-hour black and white film by Béla Tarr, famous above all for his long takes, becomes a matter of pride for a cinephile. I took myself on a Sunday and I did it, and I must say that I recommend it. Based on the novel of the same name by László Krasznahorkai, a frequent contributor, divided into 12 parts and following the tango scheme, it has interesting escamotage and spontaneous recitations (a lot of improvisation), stages sadness, baseness, poetry and pain, pessimism and nihilism, and fights the myth of the false prophet.

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