Ci sono un po' di cose da dire, a proposito di questo concerto, e cercherò di essere breve. Primo: tre band straniere (dovevano esserci anche gli italiani Messa, poi rimossi), tutte molto diverse tra di loro ma tutte rivolte ad un pubblico rock/metal, ad un prezzo ridicolo (+ tessera, ma anche qui, sappiamo essere una scappatoia italiana al contenimento dei prezzi). Risultato, pubblico davvero scarso (il cambio di location dal Link all'Alchemica doveva dirmi qualcosa prima, ma fino al momento del concerto non conoscevo l'Alchemica): conclusione, non possiamo lamentarci quando scorriamo i social e vediamo che la maggior parte delle band non mainstream, nei loro tour, ignorano l'Italia. Secondo (riflessione recente, dopo aver assistito, sempre a Bologna ma in altra location, a Touché Amoré + Coheed and Cambria + Thrice): personalmente trovo interessanti questi concerti con "cartelloni" diversificati. Non conoscevo per niente due delle tre band di stasera, e la cosa mi è servita.
Locale piccolo, quasi intimo, l'Alchemica di Bologna, dentro al quale, in orario, aprono gli svizzeri Impure Wilhelmina, per un breve concerto dove fanno sentire un post-hardcore in bilico tra altri generi, di buona fattura ma senza grandissima personalità. Il palco di dimensioni ridotte non permette acrobazie, ma la band non pare troppo abituata a "darsi" al pubblico.
Qualche presente in più per i danesi Møl, la band per cui sono qui. Estrosi fin dalle scelte di abbigliamento, non appena attaccano con la loro scaletta, si capisce che hanno una marcia in più. Il loro blackgaze post-black metal è potente come uno schiacciasassi, l'errore della tizia al mixer, che, nell'ottica dell'ottimizzazione si occupa anche delle (scarse) luci, che rilascia una quantità eccessiva di ghiaccio secco, facendo calare la nebbia nel piccolo locale, aumenta l'atmosfera, e il fatto che il cantante Kim Song Sternkopf passi praticamente tutto il concerto tra gli scarsi spettatori anziché sul palco mette la firma sotto una prestazione memorabile, che conferma la mia impressione: si meritano un seguito più ampio.
Chiudono la serata gli inglesi Crippled Black Phoenix, band attiva dal 2004 formata da otto elementi, unico membro superstite degli inizi il chitarrista Justin Greaves, autori di un post-rock progressivo, a tratti psichedelico e sperimentale. Il pubblico rimane sotto le 50 presenze, eppure, anche loro si esibiscono come se sotto il palco ce ne fossero migliaia. Interazione con il pubblico, puntualizzando le loro visioni politiche, fino alla conclusione quando Greaves scende dal palco e lascia la chitarra ad una persona del pubblico, due cantanti con problemi di voce che comunque regalano una prova dignitosa, grandi professionisti. Non è il mio genere, ma tanto di cappello.
Small, almost intimate, the Alchemica in Bologna, inside which, on time, the Swiss Impure Wilhelmina open for a short concert where they make you feel a post-hardcore poised between other genres, of good workmanship but without great personality. The small stage does not allow acrobatics, but the band does not seem too accustomed to "give themselves" to the public.
A few more people for the Danes Møl, the band I'm here for. Whimsical right from the clothing choices, as soon as they attack with their lineup, you understand that they have an edge. Their post-black metal blackgaze is as powerful as a steamroller, the error of the girl at the mixer, who, in the context of optimization, also takes care of the (poor) lights, she release an excessive amount of dry ice, causing the fog in the small venue increases the atmosphere, and the fact that singer Kim Song Sternkopf spends practically the entire concert among the few spectators rather than on stage puts the signature underneath a memorable performance, which confirms my impression: they deserve a bigger following.
Closing the evening the British Crippled Black Phoenix, a band active since 2004 made up of eight elements, the only surviving member of the beginnings the guitarist Justin Greaves, authors of a progressive post-rock, at times psychedelic and experimental. The audience remains under 50 in attendance, yet, they too perform as if there were thousands of them under the stage. Interaction with the audience, pointing out their political visions, until the conclusion when Greaves goes off the stage and leaves the guitar to a person from the audience, two singers with voice problems who still give a dignified performance, great professionals. Not my thing, but hats off.
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