Torno al Bloom dopo non so quanti anni, me lo ricordavo vagamente (credo di averci visto i Kyuss, tra l'altro, stranamente per le mie abitudini, in transenna), e mi piace, atmosfera amichevole, una cucina, e, anche perché il meteo lo permette, le band che cenano fuori dal locale mentre gli "early bird" come me attendono l'apertura delle porte.
Aprono, un po' in ritardo sugli orari, gli Irist; la loro bio dice che vengono da Atlanta, Georgia, ma tre di loro vengono dal Sud America (Brasile, Cile, Argentina, lo capite dai nomi): sorprendenti in modo positivo, post metal influenzato dal groove e dallo sludge, con strutture progressive.
Dopo di loro, la band che credevo suonasse per ultima, e invece no: i Pallbearer da Little Rock, Arkansas. Ve lo dico subito: una prestazione davvero intensa, un doom metal moderno e soprattutto, un suono potentissimo e quasi migliore che su disco. Il pubblico, un centinaio di persone circa, è totalmente coinvolto, trascinato dentro il suono. Mezzago è molto lontana da casa mia, ma ne è valsa la pena.
Chiudono gli Elder, dal Massachusetts. Una frizzante combinazione di stoner e progressive, con un pizzico di doom, che mi fa tornare alla mente nientemeno che i Grand Funk. Anche loro molto bravi tecnicamente, però lo confesso, dopo una prestazione ed un concerto come quello dei Pallbearer, per me può bastare, e me ne vado prima del termine.
The Irist plays first, a little late on schedule; their bio says they are from Atlanta, Georgia, but three of them are from South America (Brazil, Chile, Argentina, you can see it by the names): positively surprising, post metal influenced by groove and sludge, with progressive structures.
After them, the band I thought they've would played last but they didn't: Pallbearer from Little Rock, Arkansas. I'll tell you right away: a really intense performance, a modern doom metal and above all, a very powerful sound and almost better than on record. The audience, about a hundred people, is totally involved, dragged into the sound. Mezzago is a long way from my home, but it was worth it.
Last, the Elder, from Massachusetts. A sparkling combination of stoner and progressive, with a hint of doom, which reminds me of none other than Grand Funk. They are also very good technically, but I confess, after a performance and a concert like that of the Pallbearer, it is enough for me, and I leave before the end.
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