No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20221106

Shoulders

Thrice + Coheed and Cambria + Touché Amoré, 28 ottobre 2022, Estragon, Bologna


Con qualche strascico di COVID (ebbene si, dopo 2 anni e mezzo l'ho preso anch'io), che dolorosamente mi fa rinunciare agli Alexisonfire a Monaco (sarebbero stati il 27), torno all'Estragon dopo qualche tempo, e tutto sommato ne vedo i lati positivi: un po' più grande e meno claustrofobico di un club, nessun problema di parcheggio, un palco decente. Stavolta, tra l'altro, l'organizzazione stravince a proposito di uno dei punti ai quali sono più che attento: gli orari non solo sono rispettati alla perfezione, ma addirittura in un paio di casi (apertura porte e l'inizio dell'esibizione dell'ultima band) si anticipa. Stimerei il pubblico intorno alle 300 presenze abbondanti (ma, ovviamente, prendete sempre le mie valutazioni con le molle).

Aprono i Touché Amoré da Los Angeles, e c'è da dire che sono il motivo per cui sono qui stasera. Li avevo persi nel 2019 a Milano, prima dei Deafheaven e pur avendo il biglietto, per una storia che non voglio più rivangare, per cui per me è importante chiudere il cerchio. 30 minuti scarsi per un'esibizione tutta cuore, durante la quale il cantante Jeremy Bolm riesce a trasmettere perfettamente l'empatia che trasuda da ogni sua azione. La musica è coerente con il loro percorso, gli strascichi dell'hardcore lasciano spazio ad una sorta di evoluzione intellettuale dell'emo, e a quelli che sono qui per loro va bene così.
Dopo di loro, i Coheed and Cambria di Claudio Sanchez, al quale invidio tremendamente i capelli non appena si presenta sul palco. Mi piacciono su disco, ma ammetto che mi sorprendono in positivo: la prima mezz'ora, durante la quale a mio parere inanellano i loro pezzi più riusciti, risulta davvero eccitante. Poi calano un poco, quando si incartano su struttura troppo progressive e ritornelli meno orecchiabili, ma ovviamente la tecnica è impeccabile e la presenza scenica è da band navigata.
Chiudono i Thrice, che avevo schifato (non conoscendoli) alcuni anni fa solo per assistere all'esibizione dei Brutus, sempre a Bologna. Aprono in anticipo sul programma, ma un problema al basso fa si, in pratica, che dopo il primo pezzo ci sia uno stop di circa 5 minuti che raffredda un poco l'atmosfera. Molto bravi anche quando rispolverano qualche canzone antichissima che ricorda la loro provenienza hardcore, compatti e misurati, il marchio di fabbrica è sia la bellissima voce di Dustin Kensrue che la struttura delle loro composizioni, fluide alla perfezione. Degna conclusione.

The opening are Touché Amoré from Los Angeles, and it must be said that they are the reason why I'm here tonight. I lost them in 2019 in Milan, before Deafheaven and despite having the ticket, for a story that I don't want to go back to anymore, so it's important for me to close the circle. Scarcely 30 minutes for a whole-hearted performance, during which singer Jeremy Bolm manages to perfectly convey the empathy that he exudes from every action of him. The music is consistent with their path, the aftermath of hardcore leaves room for a sort of intellectual evolution of the emo, and those who are here are fine with them.
After them, Claudio Sanchez's Coheed and Cambria, whose hair I envy tremendously as soon as he shows up on stage. I like them on record, but I admit that they surprise me positively: the first half hour, during which in my opinion they plays their most successful tracks, is really exciting. Then they drop a little, when they wrap themselves on a too progressive structure and less catchy choruses, but obviously the technique is impeccable and the stage presence is like an experienced band.
In closing Thrice, which I had avoided (not knowing them) a few years ago just to attend the performance of Brutus, still here in Bologna. They open early on the program, but a problem with the bass guitar forced them, in practice, to a stop of about 5 minutes which cools the atmosphere a little. Very good even when they dust off some ancient song that recalls their hardcore provenance, compact and measured, the trademark is both the beautiful voice of Dustin Kensrue and the structure of their compositions, fluid to perfection. Worthy conclusion.

Nessun commento: