Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Nel novembre 2001, Mohamedou Ould Slahi è in Mauritania, due mesi dopo gli attacchi dell'11 settembre. Un poliziotto mauritano dice a Mohamedou che gli americani vogliono parlare con lui. Mohamedou accetta di andare con loro. Ad Albuquerque, New Mexico, nel febbraio 2005, l'avvocato Nancy Hollander viene informato dall'avvocato francese Emmanuel che un avvocato della Mauritania si è rivolto al suo studio a Parigi per conto della famiglia di Mohamedou. Non vedono Mohamedou da quando è stato arrestato tre anni fa e hanno appena scoperto su un giornale che è detenuto dagli Stati Uniti nel campo di detenzione di Guantanamo Bay ed è accusato di essere uno degli organizzatori dell'11 settembre. Emmanuel chiede a Nancy di indagare perché ha un nulla osta di sicurezza da un caso precedente e può fare domande che lui non può. Nancy accetta di controllare.
Basato sulle memorie di Mohamedou Ould Slahi, un mauritano detenuto dal 2002 al 2016 senza accusa nel campo di detenzione di Guantanamo Bay, il film dell'esperto MacDonald racconta diligentemente una storia agghiacciante rendendo The Mauritanian un film godibile, toccante e interessante, al pari del cast, dove Tahar Rahim (Mohamedou) dimostra di essere ormai un gigante, che non trema neppure al cospetto di una sempre impeccabile Jodie Foster (Nancy).
Based on the memoirs of Mohamedou Ould Slahi, a Mauritanian detained from 2002 to 2016 without charge in the Guantanamo Bay detention camp, the film by the expert MacDonald diligently tells a chilling story making The Mauritanian an enjoyable, touching and interesting film, on par with the cast, where Tahar Rahim (Mohamedou) proves to be a giant by now, who does not tremble even in the presence of an always impeccable Jodie Foster (Nancy).
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