I Inside the Old Year Dying - PJ Harvey (2023)
Il decimo album di Polly, come scrive il Guardian, "arriva preceduto da un libro di poesie, Orlam, un romanzo inquietante, onirico e misterioso in versi: I Inside the Old Year Dying adatta essenzialmente 12 dei suoi poesie per testi. Sono ambientati molto vicino a casa, nel Dorset – dove Harvey è nata e vive ancora – e scritti in un dialetto locale". A sette anni di distanza dal precedente The Hope Six Demolition Project, dopo un lunghissimo periodo di tempo in cui l'artista ha fatto perdere le sue tracce, questo disco è quasi l'inverso, e segna una svolta (sempre che sia mantenuta, il che non è assolutamente detto) tipo quella dell'ultimo Nick Cave, artista col quale non ha solo collaborato, e le similitudini non finiscono qui, ma insomma, chi ne sa, sa pure che PJ è sempre stata un po' la versione femminile di Nick, o magari Cave è sempre stato la versione maschile di PJ Harvey. Come che sia, questo è l'ennesimo disco che cementa la reputazione di una delle musiciste più "durature" ed importanti della nostra generazione. Scarno, più folk e meno rock, per quanto folk possa essere qualsiasi traccia di Harvey, sempre sperimentale e mai prevedibile, ma non meno bello dei suoi precedenti.
Polly's tenth album, as the Guardian writes, "it arrives preceded by a book of poetry, Orlam, an alternately disturbing, dream-like and mysterious novel in verse: I Inside the Old Year Dying essentially adapts 12 of its poems for lyrics. They are set very close to home, in Dorset – where Harvey was born and still lives – and written in thick, occasionally archaic local dialect". Seven years after the previous The Hope Six Demolition Project, after a very long period of time in which the artist has made lost track of herself, this record is almost the opposite, and marks a turning point (provided it will be maintained, the which is not said at all) like that of the latest Nick Cave, an artist with whom she has not only collaborated, and the similarities don't end there, but in short, who knows, knows that PJ has always been a bit like the female version of Nick, or maybe Cave has always been the male version of PJ Harvey. Be that as it may, this is yet another album that cements the reputation of one of the most "enduring" and important musicians of our generation. Gaunt, more folk and less rock, however folk any Harvey track can be, always experimental and never predictable, but no less beautiful than her previous ones.
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